In un mondo del calcio sempre meno romantico e sempre più legato al business rincuora ed emoziona conoscere la storia di Daniele Padelli attuale portiere dell’Udinese tra i protagonisti della vittoria dei bianconeri contro il Parma sabato scorso.
Tutto ciò sembrerebbe ordinaria amministrazione per chi non conosce la storia e l’esperienza calcistica di questo portiere che alla soglia dei quarant’anni ha vissuto una serata che, come l’ha definita lui stesso, l’ha fatto sentire vivo ed è stata molto gratificante a livello sportivo e soprattutto personale.
Per chi non lo sapesse, Padelli è attualmente il terzo portiere dell’Udinese ma a causa degli infortuni prima di Okoye e poi di Sava gli è stata concessa una grande chance da parte di mister Runjaic che non ha avuto dubbi nell’affidarsi all’esperienza di questo portiere e ha avuto ragione.
Padelli non disputava una gara da titolare addirittura dal 2022 (19 ottobre, gara di Coppa Italia contro il Monza) e nonostante questo e la sua età non proprio giovanissima per un calciatore (classe 1985) si è fatto trovare pronto risultando anche determinante in almeno due occasioni.
E’ giusto e importante mettere in risalto storie come queste che riavvicinano ad un mondo del calcio sempre più legato ai soldi e al business e sempre meno al lato umano di questo bellissimo sport.
Padelli ha un importante carriera alle spalle, ha militato in diverse squadre di alto livello tra cui l’Inter, il Liverpool, il Torino per poi decidere di rientrare a Udine (già aveva indossato la maglia dell’Udinese dal 2011 al 2013). Due i motivi: perché ama il proprio lavoro e perché tornando in Friuli ha fatto una scelta di vita (la moglie è di Tarcento).
Daniele Padelli è un esempio per i suoi compagni e per i più giovani, è un pilastro di questo gruppo nonostante il suo ridotto impiego in squadra, ma in spogliatoio si fa sentire eccome, dimostrando il suo amore eterno nei confronti della maglia dell’Udinese e per il suo mestiere che svolge da sempre con passione e grande professionalità e con l’entusiasmo di un ragazzino.
La gente del Friuli lo ama e lo apprezza per la sua semplicità e la sua spontaneità, mai una polemica, mai una parola fuori luogo, giocatori di questo spessore umano andrebbero clonati perché purtroppo sono in estinzione.