Poche parole, ma dolorose. Sono quelle scritte dai genitori di Elisa Pardini deceduta oggi 9 aprile 2020.
“Elisa il nostro cucciolo ci ha lasciati soli… è morta…e io e Sabina con lei…27/06/2014-09/04/2020”
Il papà di Elisa Pardini, una bimba affetta da leucemia mielomonocitica infantile, una grave forma di tumore, aveva pubblicato a fine anno un post sulla sua pagina Facebook annunciando che la piccola aveva ricevuto un nuovo trapianto di midollo osseo.
Una lunga battaglia lontana da casa
La bambina, che aveva quasi 6 anni, da quasi tre anni lottava contro la sua malattia ed è ricoverata da oltre due anni nel reparto oncologico infantile dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, seguita dal professor Franco Locatelli e da tutta la sua squadra medica.
La leucemia di cui era affetta è rarissima, colpisce solo uno o due bambini su un milione e si può guarire soltanto attraverso il trapianto di midollo osseo.
Grazie alla condivisione della sua storia, moltissimi potenziali donatori avevano aderito all’ADMO, l’Associazione dei Donatori di Midollo Osseo.
Prima di questo calvario, papà Fabio e mamma Sabina vivevano a Pordenone, a 400 km dalla Capitale.
Lui è un imprenditore e lei un’infermiera.
In più di un post, l’uomo ringrazia le persone, le associazioni e le parrocchie che, con la loro solidarietà, gli hanno permesso di poter stare sempre accanto alla loro piccola a Roma e sostenerla in questa dura lotta.
Anche personalità note si erano mobilitate per la famiglia, come Anastacia, Umberto Tozzi, Carmen Consoli e tanti altri.
Il trapianto
Fabio Pardini non aveva raccontato del molto trapianto di midollo osseo, sebbene fosse stato pianificato solo un mese prima, perché non voleva attirare troppe attenzioni in una fase così delicata.
Era il secondo tentativo: la piccola Elisa già aveva ricevuto un primo trapianto a gennaio del 2018, che purtroppo non ebbe buon esito, probabilmente perché la malattia era molto aggressiva.
Per l’ultimo intervento erano state utilizzate le stesse cellule della donatrice di prima, compatibili tra l’85% e il 90%. Non era stato necessario ricontattarla perché ce n’erano moltissime già congelate e con un’ottima vitalità. Prima di ricevere le cellule staminali, la bimba aveva dovuto affrontare una pesante chemioterapia preparatoria.
Il papà della piccola affermava che la situazione era davvero difficile ma quel trapianto le consentiva di avere qualche chance.
Adesso Elisa si trovava in una camera sterile e i primi 100 giorni sarebbero stati decisivi per capire se l’operazione avesse avuto buon esito.
Dopo il primo trapianto, le cellule cattive si sono ripresentate a sei mesi di distanza e c’è voluto almeno un anno e mezzo per preparare la bimba a un nuovo intervento.
Alla fine del suo lungo post, Fabio invitava chi legge a pregare per la sua bambina e ad avere pensieri positivi.
Oggi purtroppo il triste epilogo: Elisa Pardini è deceduta.