Ritrovare l’equilibrio interiore: buoni motivi per affidarsi ad uno psicoanalista junghiano

Ritrovare un equilibrio interiore non significa soltanto alleviare lo stress o gestire l’ansia: significa riscoprire una connessione profonda tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Il lavoro...

09 luglio 2025 09:39
Ritrovare l’equilibrio interiore: buoni motivi per affidarsi ad uno psicoanalista junghiano -
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Ritrovare un equilibrio interiore non significa soltanto alleviare lo stress o gestire l’ansia: significa riscoprire una connessione profonda tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Il lavoro di uno psicoanalista junghiano affonda le radici nell’idea dell’individuazione — il processo di integrazione tra conscio e inconscio — offre una via potente per ripristinare questo equilibrio. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che questo approccio sostiene una trasformazione autentica, esplorando simboli, sogni, archetipi, ombra e Sé per riavvicinarci a una dimensione psichica più armoniosa. Abbiamo parlato della sua efficacia con la Dott.ssa Erica Gariazzo, psicologa e analista junghiana, psicologa online e psicologa di Lissone, di seguito relazioniamo quanto è emerso.

Le basi della psicologia analitica: l’individuazione

Ritrovare l’equilibrio interiore è tutt’altro che è un obiettivo banale. È un cammino tortuoso, che passa per la conoscenza di sé e la comprensione dei legami invisibili che uniscono la mente e il cuore. E’ proprio questa l’idea che sta alla base della psicologia junghiana: la trasformazione del processo di individuazione in un percorso di crescita personale. Jung, infatti, si poneva l’obiettivo di individuare la strada per dare voce alle parti più autentiche di sé, integrando luce e ombra, ragione e intuito.

Un cammino verso il sé: come può aiutarci uno psicoanalista junghiano

La mente, per Jung, non è mai tutta alla luce del sole. Vive di strati, di silenzi e di simboli che si annidano nell’inconscio. Uno psicoanalista junghiano invita a unire questi due mondi: la coscienza vigile e i sogni che popolano le notti. Integrare conscio e inconscio significa smettere di fuggire dai propri conflitti, imparando ad ascoltarli e a trasformarli in forza. Un passo dopo l’altro, si riscopre un’armonia che era rimasta nascosta.

Il ruolo dei simboli, dei sogni e dell’immaginazione attiva

Sogni e simboli non sono decorazioni senza peso. Per Jung, sono messaggi che l’inconscio spedisce al conscio. Ogni sogno racchiude un indizio, ogni simbolo parla una lingua antica che la mente logica spesso ignora. L’immaginazione attiva, in questa prospettiva, diventa uno strumento per dialogare con le immagini interiori. In questo dialogo si svelano desideri, paure, aspirazioni che spesso restano soffocati nella frenesia quotidiana.

L’archetipo dell’Ombra: scoprire ciò che si era negato

Non si può parlare di psicologia junghiana senza evocare l’Ombra. È la parte che la coscienza respinge, ma che si ostina a farsi sentire. Affrontare l’Ombra significa riconoscere ciò che si era sepolto per vergogna o paura. Non è una resa, ma un atto di coraggio. Solo quando si accetta questa parte si può evitare che emerga in forme che sfuggono al controllo.

Archetipi vitali: anima, animus e altri ponti interiori

La psiche, diceva Jung, è un teatro in cui si muovono figure antiche. Tra queste, l’Anima e l’Animus sono ponti tra maschile e femminile, tra razionalità e intuizione. Accogliere queste figure significa dare spazio alla parte invisibile di noi, scoprendo nuove risorse e nuovi modi di stare nel mondo. È un passo per sciogliere blocchi che tolgono respiro e ritrovare una forza più vera.

Benefici concreti: dal benessere emotivo alla crescita personale

La psicologia junghiana non è solo riflessione filosofica. Ha un impatto concreto sulla vita di chi la sceglie. Riduce ansia, stress e tensioni psicosomatiche. Aiuta a superare momenti difficili come un lutto, una separazione o un cambio di vita. Soprattutto, restituisce il senso delle proprie radici e la possibilità di creare un presente più saldo. In un mondo che chiede sempre più velocità, questa lentezza è un dono prezioso.

L’approccio relazionale e la cura interiore

La relazione terapeutica è parte essenziale del percorso. Non si tratta di “aggiustare” ciò che non va, ma di creare uno spazio dove la parola e il silenzio possano finalmente farsi ascoltare. Il terapeuta, nella psicologia junghiana, diventa un testimone attento, qualcuno che custodisce le domande e accompagna i passi. In questo scambio si apre la possibilità di una cura profonda, che non si limita a lenire i sintomi ma tocca la radice del malessere.

Quando scegliere Jung: per chi e perché

Uno psicoanalista junghiano si rivolge a chi sente che dentro di sé c’è un mondo da scoprire. A chi non si accontenta di soluzioni veloci e vuole dare ascolto ai propri sogni, ai propri simboli. È un cammino per chi vive una fase di cambiamento – adolescenza, mezza età, pensionamento – e cerca una nuova direzione. È, soprattutto, un invito a prendersi sul serio, a trattarsi con la stessa cura che si riserva a ciò che conta davvero.

Lavorare con uno psicoanalista junghiano per aprire una via possibile verso la rinascita psichica

Iniziare una psicoterapia con uno psicoanalista junghiano offre una bussola per chi è disposto a guardarsi dentro. Non è un percorso facile, ma è un’occasione per tornare in contatto con la parte più vera di sé. Ritrovare l’equilibrio interiore non è un lusso, ma una necessità. La dott.ssa Erica Gariazzo, psicologa online e psicologa di Lissone, ci ha ricordato come questo viaggio sia sempre un atto di rispetto verso se stessi e verso il mondo. È lì che, tra simboli e silenzi, può nascere la possibilità di una rinascita.

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