Investimenti, rendimenti e rischio: come trovare il punto di equilibrio
Come bilanciare rischio e rendimento negli investimenti: profilo personale, diversificazione e obiettivi concreti.
Quanti si fermano a pensare a cosa significhi davvero investire? Non vuol dire semplicemente mettere da parte denaro: è una decisione che permette di far lavorare dei soldi per il futuro. Eppure, quando arriva il momento di agire, molti si trovano bloccati da domande che non sembrano ottenere risposta. Dove investire? Quanto rischiare? Come sapere se si sta facendo la scelta giusta?
La verità è che il mondo della finanza non deve essere complicato, ma spesso lo diventa chi vuol investire, quando si presentano dubbi e indecisioni. Alcuni principi sono utili per capire come bilanciare i desideri di crescita finanziaria con la necessità realistica di proteggere ciò che è stato costruito nel tempo. L'equilibrio tra rendimenti e rischio non è una domanda per esperti: è una conversazione che ogni persona dovrebbe avere con se stessa prima di investire del denaro.
La relazione tra rischio e rendimento
Il principio fondamentale della finanza moderna insegna che non esiste rendimento senza rischio. È una realtà economica che emerge dall'osservazione dei mercati nel corso dei decenni. Quando si decide di investire dei soldi, essenzialmente si sta scommettendo sul futuro: una scommessa calcolata, ma pur sempre una scommessa.
Gli strumenti finanziari che offrono rendimenti più alti sono quelli che espongono il capitale a una volatilità maggiore. I bond governativi, ad esempio, offrono rendimenti modesti perché sono considerati molto sicuri; le azioni, invece, possono potenzialmente generare guadagni significativi, ma con oscillazioni di valore più pronunciate.
Comprendere questa dinamica è essenziale perché aiuta a smettere di inseguire rendimenti astronomici e a iniziare a ragionare in termini di aspettative realistiche. Un consulente finanziario indipendente può aiutare a valutare quale sia il livello di rischio appropriato per la situazione specifica, considerando l'orizzonte di investimento, le necessità finanziarie presenti e future e la capacità emotiva di tollerare le fluttuazioni del mercato.
Definire il profilo di rischio personale
Il profilo di rischio non è qualcosa di universale: dipende dalla situazione personale, dagli obiettivi finanziari e, soprattutto, dalla capacità di tollerare le perdite. Alcune persone preferiscono la sicurezza a scapito di rendimenti potenzialmente più alti. Altre sono disposte ad accettare una maggiore volatilità in cambio di possibilità di guadagni superiori. Nessun approccio è intrinsecamente "giusto" o "sbagliato": dipende dalle circostanze.
Per valutare il profilo di rischio, bisogna considerare alcuni fattori. In primo luogo, l'orizzonte temporale: se servono ancora molti anni prima della pensione, ci si può permettere di tollerare più volatilità nel breve termine, sapendo che si ha tempo per recuperare dalle perdite. Chi, invece, è già in pensione, probabilmente avrà bisogno di accedere ai fondi nel breve termine e questo rende prudente una composizione più conservativa.
In secondo luogo, bisogna considerare la situazione di liquidità: si hanno a disposizione fondi di emergenza sufficienti per affrontare imprevisti senza dover toccare gli investimenti? Se la risposta è negativa, non si dovrebbe investire denaro che potrebbe servire nei prossimi due o tre anni.
Quanto è importante diversificare
La diversificazione è una delle strategie più potenti a disposizione degli investitori, eppure spesso è sottovalutata. Il concetto è semplice: se si investe tutto il denaro in un singolo titolo azionario, la fortuna è completamente legata al successo di quella singola azienda. Se, invece, si distribuiscono gli investimenti su diverse classi di asset (come azioni, obbligazioni e immobili) e su diversi settori e mercati geografici, si riduce il rischio che una singola perdita comprometta l'intero portafoglio.
La diversificazione funziona perché i diversi asset tendono a comportarsi diversamente in varie condizioni economiche. Quando i mercati azionari scendono, i bond spesso offrono maggiore stabilità. Quando l'economia è in crescita, le azioni tendono a performare di più.
Combinando in maniera strategica questi elementi, si crea un portafoglio che resiste meglio alle fluttuazioni del mercato. Naturalmente, la diversificazione corretta dipende dagli obiettivi e dal profilo di rischio: un 23enne che sta iniziando la propria carriera avrà probabilmente un portafoglio più orientato verso le azioni, mentre un 60enne avrà una percentuale maggiore di obbligazioni.