Riprende a crescere lo stock delle imprese artigiane in Friuli: al 30 giugno 2022 in provincia di Udine si
attestano a 13.527 contro le 13.490 di un anno prima. Un segnale incoraggiante per il comparto, che
archivia pure il primo semestre dell’anno in positivo, con +9 unità, saldo tra 513 iscrizioni e 504
cancellazioni.
A fare il punto sulla consistenza del settore e sul sentiment degli imprenditori è Confartigianato-Imprese
Udine che stamattina, nella sede di via del Pozzo, ha presentato la 33° Indagine congiunturale
dell’artigianato friulano, realizzata dall’Ufficio studi dell’associazione diretto da Nicola Serio sulla base di
611 interviste, realizzate dall’Irtef di Udine tra il 4 e il 29 luglio, ad altrettante imprese della provincia di
Udine. Un campione pari al 4,5% dello stock.
Nel 1° semestre 2022 prevalgono le imprese artigiane in crescita (49,4%) su quelle in calo (22,3%), con
saldo d’opinione (differenza tra % di imprese con fatturato in crescita e % di imprese con fatturato in calo)
positivo per il 2° semestre consecutivo (+27,1%) dopo il crollo del 2020 (-59,2%) legato all’esplosione della
pandemia. Si tratta del saldo più alto dal 2006, vale a dire dalla prima edizione dell’Indagine a oggi,
sull’andamento del fatturato. Una tendenza che prosegue nelle previsioni degli intervistati: nel secondo
semestre la stima è di una crescita ulteriore dei ricavi, intorno al +3,5%, positiva ma pari a oltre un punto
percentuale in meno rispetto alla prima metà dell’anno. L’Ufficio studi rileva parallelamente un alto tasso
d’incertezza: ben un artigiano su tre infatti (33%) non si esprime sull’andamento del business.
“I dati relativi al primo semestre dell’anno mostrano ancora una volta la reattività del settore artigiano che
dopo i due anni del Covid ha ripreso la marcia, inanellando come bene mostra l’indagine congiunturale una
crescita di diversi indicatori: dal fatturato all’occupazione passando per gli investimenti. Le imprese
artigiane dimostrano ancora una volta una spiccata fiducia in sé stesse, ben oltre la sufficienza, a differenza
del sistema Paese” commenta il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti, che se da
un lato loda la resilienza delle botteghe artigiane, dall’altro evidenzia la necessità di un’azione forte delle
istituzioni e in particolare del futuro Governo per sostenere l’economia reale oggi alle prese con una nuova
emergenza qual è quella dei costi energetici. “Non facciamo in tempo a riprenderci da una batosta –
aggiunge il leader degli artigiani Fvg che se ne presenta un’altra -: oggi il tema più urgente è senza dubbio
quello del caro energia. Domani ci incontreremo a Treviso con i nostri omologhi del Veneto e con i vertici del
Caem per cercare soluzioni nell’immediato a favore delle nostre imprese. Soluzioni d’emergenza alle quali andranno
necessariamente affiancate risposte strutturali dalla Regione, che si è già messa in moto, e dal futuro Governo, affinché le imprese
possano investire in energie rinnovabili e sistemi di accumulo. È una transizione non più rimandabile – conclude Tilatti -.
Ne va della stessa sopravvivenza delle nostre imprese oltre che della loro redditività”.
Assieme al presidente e al responsabile dell’ufficio studi Nicola Serio hanno partecipato alla presentazione
dell’indagine i direttori di Confartigianato-Imprese Udine e di Confartigianato Udine Servizi, Gian Luca Gortani
e Elsa Bigai, oltre al vicepresidente dell’associazione provinciale Giusto Maurig.
FATTURATO
Tornando ai dati, tra il primo semestre 2021 e 2022 è cresciuto in media del 4,4%. In forte espansione
l’edilizia (+14,4%) e sopra la media anche il manifatturiero (4,9%). Crescita molto ridotta nei servizi (+2,4%
quelli alla persona, commerciali e per asporto, +1,8% alle imprese), in calo l’automotive (aggregato ai
trasporti, segna un -1,3%).
OCCUPAZIONE
Il dato è anche in questo caso positivo. Tra le imprese artigiane intervistate cresce il numero di dipendenti,
in lieve crescita anche il numero di titolari, soci e collaboratori. Complessivamente l’occupazione segna un
+1,8% al 30 giugno 2022 rispetto alla stessa data dell’anno precedente: +2,5% la variazione percentuale dei
dipendenti, +0,9% quella degli indipendenti. Il segno più si deve in particolare alla crescita dell’occupazione
nei settori di servizi alla persona, benessere, ristorazione per asporto (complessivamente +7,7%) e
manifatturiero (+6,1%), frena invece il settore delle autoriparazioni (-3,9%).
FIDUCIA
In lieve flessione, rispetto ai semestri precedenti, la fiducia nella propria impresa degli artigiani friulani: il
voto medio è di 7,4 – inferiore ai tre semestri precedenti – ma superiore al 7,3 medio degli ultimi 7 anni.
Ancora insufficiente e in calo la fiducia degli artigiani nel Sistema Paese (voto medio 4,4) dopo il massimo
assoluto di luglio 2021 (5,1), a zavorrarla ulteriormente sono state, a luglio, anche le dimissioni del premier
Mario Draghi.
INVESTIMENTI ED EXPORT
Nel primo semestre del 2022 il 17,3% delle imprese artigiane ha fatto investimenti di rilievo, quote maggiori
per trasporti e impianti, zero nelle autoriparazioni.
Nel primo semestre del 2022 solo il 7,7 delle imprese artigiane ha esportato i propri prodotti o servizi, il
6,4% come esportatrice diretta, 1,3% come azienda di subfornitura con export indiretto.
LA TOP TEN DELLE CRITICITÀ
Al 1° posto si conferma la difficoltà di trovare personale da assumere che interessa l’81,8% degli intervistati,
segue il problema dei costi energetici (71,4%), che supera quello delle materie prime (64,3%).
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