FVG – La preoccupazione di incorrere in un clamoroso flop ha spinto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) a prendere misure preventive in vista del tanto atteso click day per la patente a crediti, fissato per martedì 1° ottobre. Con almeno 150mila imprese del comparto casa del Friuli Venezia Giulia pronte a presentare la loro domanda digitalmente, l’INL ha deciso di offrire una seconda opportunità: dal 24 settembre, i richiedenti possono inviare un’autocertificazione tramite Pec, che fungerà da modalità alternativa per tutto il mese di ottobre.
Tuttavia, è fondamentale notare che, sebbene questa operazione possa alleviare temporaneamente la pressione, le aziende dovranno comunque completare l’inserimento della domanda nel portale dell’INL entro la fine di ottobre. In caso contrario, gli operatori non potranno proseguire le loro attività nei cantieri temporanei o mobili a partire dal 1° novembre. Questa situazione, purtroppo, porta a un fastidioso obbligo: molte imprese si troveranno a dover presentare la richiesta per la patente a crediti due volte. A sottolineare questa ingiustizia è la CGIA di Mestre.
L’impegno burocratico
È importante chiarire che, sebbene l’impegno richiesto non sembri titanico, la questione è di principio. La Pubblica Amministrazione, ancora una volta, mostra la propria impreparazione. Nonostante i cinque mesi di tempo per organizzarsi, continua a gravare sugli utenti il peso della propria inefficienza. Il ministero del Lavoro, pur consapevole del ritardo accumulato negli ultimi due mesi, ha deciso di non concedere proroghe per l’entrata in vigore del nuovo provvedimento. Questa decisione è stata richiesta sia dalle forze politiche di maggioranza che di opposizione nelle settimane precedenti. Inoltre, è paradossale che alle aziende venga richiesto di certificare requisiti già in possesso di enti come la Camera di Commercio, l’Inps e l’Agenzia delle Entrate. Insomma, ci troviamo di fronte a un’ennesima dimostrazione di inefficienza da parte della Pubblica Amministrazione, che sembra ignorare la propria responsabilità nel garantire un processo fluido e senza intoppi.
Servono più controlli
Dal punto di vista della sicurezza, la CGIA avverte che la nuova patente a crediti difficilmente contribuirà a ridurre il numero elevato di infortuni e decessi nel settore delle costruzioni. Per affrontare queste tragedie, sarebbe necessario aumentare significativamente i controlli, ponendo l’accento sull’efficacia degli stessi. L’attività ispettiva dovrebbe concentrarsi sugli aspetti sostanziali della sicurezza e della salute nei cantieri, piuttosto che limitarsi a verificare aspetti formali che non apportano reale valore preventivo. È fondamentale ridurre la meticolosità riguardante la completezza dei documenti cartacei e le relazioni tecniche, e invece adottare un approccio rigoroso nei confronti di chi, ad esempio, non ha montato un ponteggio in modo corretto o non ha installato le necessarie barriere anti caduta e reti di sicurezza durante i lavori in quota.
Aumento degli infortuni nei cantieri
Passando ai dati, nei primi sette mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, le denunce di infortunio nel settore delle costruzioni in FVG sono aumentate di 101 unità, passando da 494 a 595, con un incremento del 20,4%. Le regioni con le maggiori crescite sono state l’Umbria (+25,1%), la Campania (+24,2%), la Sardegna (+23,3%) e la Liguria (+21,3%). È allarmante notare come, mentre gli infortuni siano in aumento, il numero di denunce con esito mortale nel settore delle costruzioni sia rimasto stabile, con una denuncia in entrambi gli anni. Tuttavia, a livello nazionale, le regioni più colpite da questi tragici eventi sono la Lombardia e la Sicilia, entrambe con dieci decessi.
Morti sul lavoro: un dato preoccupante
Nei primi sette mesi di quest’anno, in Friuli Venezia Giulia, si sono registrati 10 morti in tutti i luoghi di lavoro, con una riduzione di cinque rispetto allo stesso periodo del 2023. La provincia di Udine è la più colpita, con 5 decessi, lo stesso numero registrato nei primi sette mesi del 2023. Anche la provincia di Pordenone ha visto una diminuzione, con 3 decessi quest’anno contro i 7 dell’anno scorso. Gorizia e Trieste hanno registrato ciascuna un decesso sul lavoro nel 2024.
Le cause più frequenti di incidenti mortali nei cantieri includono cadute dall’alto, seppellimenti a seguito di lavori di sbancamento e soffocamenti in ambienti confinati. È essenziale, dunque, che le misure di sicurezza siano potenziate e che venga prestata particolare attenzione alle condizioni di lavoro in cantieri, spesso ritenuti tra gli ambienti più a rischio.
In conclusione, la questione della patente a crediti e la sicurezza nei cantieri sono temi cruciali per il Friuli Venezia Giulia. L’inefficienza della Pubblica Amministrazione deve essere affrontata con urgenza, mentre il settore delle costruzioni necessita di un approccio più rigoroso in materia di controlli e sicurezza per proteggere la vita dei lavoratori.
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