39 lavoratori irregolari e frode da 1,2 milioni di euro in un "all you can eat": scattano denunce e sanzioni

La Guardia di finanza di Trento scopre frode fiscale da 1,2 milioni nel settore ristorazione con 39 lavoratori irregolari.

24 novembre 2025 11:00
39 lavoratori irregolari e frode da 1,2 milioni di euro in un "all you can eat": scattano denunce e sanzioni -
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TRENTO – Una vasta e articolata operazione di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trento ha portato alla scoperta di una frode fiscale da oltre 1,2 milioni di euro, realizzata attraverso un sistema illecito di impiego di manodopera e l’utilizzo di fatture soggettivamente e giuridicamente inesistenti. L’indagine, condotta dalla Tenenza di Riva del Garda, ha permesso di smascherare un meccanismo basato su società compiacenti, contratti fittizi e irregolarità diffuse nel settore della ristorazione.

L’indagine nasce da un ristorante “all you can eat”

L’inchiesta ha preso avvio dal controllo su una società dell’Alto Garda, formalmente attiva con un solo dipendente, ma operativa sette giorni su sette, sia a pranzo che a cena, con la formula a prezzo fisso tipica dei ristoranti “all you can eat”. Un quadro che ha insospettito i finanzieri, portando ad approfondimenti immediati.

Nel corso degli accertamenti è emerso che l’azienda utilizzava 39 lavoratori, tutti impiegati come cuochi e camerieri, ma formalmente assunti da quattro società situate tra Roma, Firenze, Palermo e Isernia. Per giustificare la presenza di questa manodopera, erano stati stipulati contratti di appalto di servizi e distacco del personale, risultati però privi dei requisiti previsti dalla legge.

Contratti inesistenti e lavoratori gestiti direttamente dal ristorante

Le verifiche documentali e le testimonianze dei dipendenti hanno svelato la reale dinamica: i rapporti tra il ristorante e le società “fornitrici” erano fittizi, privi dell’organizzazione autonoma che caratterizza un appalto genuino. I lavoratori erano infatti gestiti totalmente dall’azienda dell’Alto Garda, che ne stabiliva stipendi, turni, mansioni e orari, mentre molti di loro erano convinti di essere stati assunti direttamente dal ristorante.

Emblematico il caso di un dipendente che ha scoperto la reale società datrice di lavoro solo rileggendo il nome del mittente del bonifico mensile, pur avendo firmato il contratto all’interno del locale in cui lavorava.

Fatture inesistenti e maxi recupero dell’IVA

Il sistema ha portato alla contestazione di fatture soggettivamente e giuridicamente inesistenti, emesse dalle società compiacenti per prestazioni mai svolte. L’IVA indebitamente detratta ammonta a oltre 206 mila euro, parte integrante di una frode complessiva superiore a 1,2 milioni di euro.

Sei persone denunciate e cinque società segnalate

Al termine dell’indagine:

  • sei soggetti sono stati denunciati per emissione e utilizzo di fatture false e per somministrazione fraudolenta di manodopera;

  • cinque società sono state segnalate per responsabilità amministrativa da reato, poiché le violazioni fiscali sono state commesse nell’interesse o a vantaggio degli enti coinvolti.

Mancati contributi e maxi sanzioni

Sul fronte amministrativo, la Guardia di finanza ha constatato:

  • omesso versamento di contributi previdenziali per oltre 300 mila euro;

  • sanzioni in materia di lavoro per circa 260 mila euro.

Obiettivo: tutelare l’Erario e contrastare le frodi sulla manodopera

L’operazione conferma l’impegno della Guardia di finanza di Trento nel contrasto alle frodi fiscali e ai fenomeni di interposizione illecita di manodopera, una pratica che danneggia l’Erario, altera la concorrenza e sfrutta lavoratori spesso ignari del quadro irregolare in cui vengono inseriti.

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