Chi non si è mai seduto almeno una volta davanti alla tv, nell’attesa della cena, cimentandosi in uno dei classici quiz televisivi che entrano nelle nostre case dai tempi del tubo catodico? Quante volte siamo riusciti a indovinare ritenendoci persino più bravi dei concorrenti dietro allo schermo? I game show sono un vero e proprio fenomeno di costume e si caratterizzano per essere anche le trasmissioni più longeve delle reti pubbliche e private. Si tratta di programmi aperti a qualsiasi tipo di pubblico, che possono essere seguiti tranquillamente con tutta la famiglia e che per questa ragione si presentano talvolta in edizioni speciali per la prima serata, magari in occasioni come le festività natalizie. I quiz si prestano perfettamente anche alle iniziative benefiche. Insomma, ideare una trasmissione televisiva più trasversale sarebbe impossibile.
In Italia sono stati diversi i giochi a premi che hanno ottenuto grande popolarità in tv. Basti pensare a “Ok, il prezzo è giusto!”, che è andato in onda per 18 anni, superando le 3.000 puntate e lanciando la carriera di numerosi conduttori. Il quiz televisivo per antonomasia, però, è senza ombra di dubbio “La ruota della fortuna”: ancora oggi gli internauti cercano sul web curiosità sullo storico quiz “La Ruota della Fortuna” di Mike Bongiorno, dagli albori alla sua reincarnazione online. Già, perché così come altri programmi, anche in questo caso si traeva ispirazione da un format straniero, nella fattispecie “Wheel of Fortune”. Oggi esistono decine e decine di slot machine online con questo nome.
Il settore del gambling è stato influenzato non poco dai quiz e dalle serie tv più note. Nel caso de “La ruota della fortuna” la trasposizione videoludica non è risultata affatto complicata. Il gioco originale prevedeva che i concorrenti completassero una frase presente su un tabellone acquistandone a poco a poco qualche lettera, girando appunto una ruota. Così come “Ok, il prezzo è giusto!”, “La ruota della fortuna” appartiene però al passato, almeno per quel che concerne la televisione italiana, che si è proiettata verso altri tipi di quiz.
Uno di questi è “L’Eredità”, ispirato al format “El legado” e in onda su Rai Uno dal 2002. Lo scopo del gioco è quello di rispondere a diverse domande di cultura, che possono riguardare i temi più disparati, destreggiandosi fra altri mini-giochi utili per eliminare gli altri concorrenti, così da accumulare il potenziale montepremi che sarà messo in palio nell’atto finale: la “Ghigliottina”. La “Ghigliottina” richiede al concorrente di scegliere cinque parole da altrettante coppie di vocaboli: ad ogni scelta sbagliata, il montepremi ottenuto fino a quel momento si dimezzerà. Il compito del concorrente sarà poi quello di individuare una parola che sia concettualmente legata alle cinque proposte dagli autori.
I game show riscuotono sempre buoni ascolti e raramente incontrano difficoltà nel venire piazzati nel palinsesto. Anche chi non li segue abitualmente, alla fin fine, ne conoscerà inconsapevolmente il regolamento. Talvolta i quiz televisivi mettono in luce concorrenti particolarmente preparati ai quali il pubblico finisce persino con l’affezionarsi nel corso delle settimane. A essere sicuramente vincente è sempre la formula.