IMOLA (BOLOGNA) – Mistero fitto intorno alla scomparsa e alla tragica fine di Daniele Mocellin, 34 anni, ritrovato senza vita nelle acque del fiume Santerno dopo venti lunghissimi giorni di ricerche.
Originario di Poggiana di Riese Pio X e residente ad Altivole, in provincia di Treviso, l’uomo era sparito nel nulla lo scorso 2 aprile, lasciando nell’angoscia la moglie e i quattro figli.
Il corpo ritrovato nel fiume Santerno
Il ritrovamento del corpo è avvenuto martedì scorso grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Bologna. Dopo il recupero, la Procura ha disposto l’autopsia, affidandola al medico legale Guido Pelletti con la presenza della dottoressa Monica Concato, consulente nominata dall’associazione Penelope che supporta le famiglie di persone scomparse.
Dai primi accertamenti non emergono segni evidenti di violenze o traumi profondi che possano far pensare a un’aggressione. Tuttavia, per avere risposte più precise sono stati effettuati prelievi per esami istologici e tossicologici.
Le indagini proseguono per stabilire la causa del decesso
Il sostituto procuratore Marco Imperato ha aperto un’inchiesta per chiarire tutte le circostanze della vicenda. Tra gli aspetti da approfondire, anche il movimento dell’auto di Mocellin: la sua Renault Scenic nera era stata ritrovata chiusa dall’interno nel parcheggio del centro commerciale “I Giardini del Sole” di Castelfranco Veneto il 12 aprile.
Ad oggi, non è ancora stato stabilito con certezza il giorno della morte. Gli investigatori attendono gli esiti dei test tossicologici per capire se Daniele fosse sotto l’effetto di sostanze particolari o medicinali, ipotesi che potrebbero aiutare a delineare i contorni di questo tragico evento.
Resta da chiarire come il 34enne sia arrivato da Altivole fino a Imola, se abbia incontrato qualcuno o se si tratti di un gesto estremo. I primi risultati degli esami saranno disponibili fra circa un mese, e soltanto allora si potrà cercare di ricostruire con maggior precisione gli ultimi giorni di Daniele Mocellin.