Alejandro Augusto Stephan Meran venerdì pomeriggio ha ucciso gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demengo all’interno della questura di Trieste, dove era stato portato per il furto di un motorino. Giulio Golia è andato a Trieste, cercando di ricostruire e analizzare la tragedia avvenuta nel palazzo della questura.
Partiamo dall’inizio: com’è possibile che un uomo sia riuscito a impossessarsi di una pistola e uccidere due agenti all’interno della Questura? La Iena lo ha chiesto a Giuseppe Petronzi, il questore di Trieste: secondo lui è impossibile, a meno di una confessione dell’assassino, ricostruire l’esatta dinamica di quanto successo. “La storia inizia al mattino con la rapina di un motorino, i ragazzi si erano messi alla ricerca del responsabile”, dice.
L’assassino aveva rubato un motorino alle 6.30 di mattina in centro a Trieste, scaraventando a terra la proprietaria. Anche grazie alla segnalazione del fratello Carlysle Stephan, anche lui dominicano, il responsabile viene subito rintracciato.
Alejandro viene così portato in Questura, non in stato di arresto, ma per chiarire quanto successo. Da questo momento, si può solo cercare di ricostruire quanto accaduto perché l’edificio non è interamente sorvegliato da telecamere: a un certo punto Alejandro chiede di essere accompagnato in bagno e lì viene portato da un agente. A quel punto, non è chiaro come, l’uomo riesce a impossessarsi dell’arma di Pierluigi Rotta e a sparargli.
Per soccorrere il collega, Matteo Demenego si precipita in corridoio dove viene ucciso a sua volta. Il fratello Carlysle, temendo per la sua vita, si barrica in una stanza. Alejandro a quel punto fugge, sparando contro i poliziotti nell’androne della Questura. La sua corsa è finita fuori dal palazzo, dove è stato ferito e arrestato dagli agenti accorsi.
I magistrati scrivono che Alejandro è uno spietato assassino, lucido e con familiarità con le armi. La madre, invece, ha raccontato che la sera prima della tragedia l’uomo delirava e che per questo si era rivolta all’ospedale.
Per capire se stiamo parlando di un malato di mente che avrebbe avuto bisogno di cure, Giulio Golia ha cercato di parlare con la madre e il fratello. La moglie di Carlysle, al telefono, ha confermato che Alejandro sarebbe una persona con dei problemi e di aver cercato aiuto. Il fratello, adesso, è chiuso in casa divorato dai sensi di colpa, anche se apparentemente non ha alcuna responsabilità nel duplice omicidio.
A quel punto Giulio Golia riprova a contattare la madre, ma al telefono risponde un’amica di famiglia. La donna sostiene che Alejandro avrebbe problemi mentali documentati in Germania, con tanto di cartelle cliniche: sarebbe addirittura stato ricoverato in un ospedale di igiene mentale. L’uomo sarebbe poi scappato in Italia e la madre avrebbe quindi cercato aiuto nelle strutture sanitarie: secondo la donna però gli ospedali avrebbero negato il loro aiuto, perché non si faceva male a sé o ad altri. “È stata ignorata totalmente”, ha detto l’amica: la famiglia sostiene che Alejandro soffre da anni di schizofrenia.
Le cartelle cliniche, secondo il racconto dell’amica di famiglia, sono state acquisite dalla magistratura. Restano molti punti da chiarire, ma quello che è certo è che due agenti esemplari hanno perso la vita in modo tragico. “Sono i figli delle stelle”, ha detto il questore con le lacrime agli occhi, le stesse lacrime di tutta Italia per la morte di due giovani eroi.
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