SACILE – Sabato 28 settembre, alle 20.45, il Teatro Zancanaro di Sacile ospiterà un evento imperdibile: l’ultima replica di “Magazzino 18”, il fortunato spettacolo di Simone Cristicchi. Dopo oltre dieci anni di successi, l’opera si avvia verso il suo congedo, chiudendo un capitolo importante della storia del teatro italiano. Prima di prendere il volo verso il Piccolo Teatro Strehler di Milano per le ultime sei date dal 1 al 6 ottobre, Cristicchi offrirà ai friulani un’unica opportunità di assistere a questo “musical civile”, parte della Stagione Teatrale 2024/2025 organizzata dall’amministrazione comunale e dal Circuito ERT.
Un viaggio nella memoria storica
“Magazzino 18” è più di uno spettacolo: è un viaggio emozionale e storico che riporta alla luce una delle pagine più dolorose della storia d’Italia. Attraverso la narrazione di Simone Cristicchi, il pubblico è invitato a riflettere sull’esodo istriano-dalmata del 1947, un evento che ha costretto circa 300.000 persone a lasciare le loro terre natali, ora destinate a diventare Jugoslavia. La “memoria” di questo esodo non si trova in un monumento imponente, ma nelle piccole, umili testimonianze quotidiane, che Cristicchi riporta sul palco.
Il significato del Magazzino 18
Il titolo stesso dello spettacolo trae ispirazione da un luogo specifico al Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli, privi di casa e spesso costretti a lunghe attese in campi profughi, lasciavano i loro beni in attesa di poter tornare. “Magazzino 18” diventa così un simbolo della perdita, ma anche della resilienza di un popolo. Con una scrittura che riflette un profondo rispetto per queste storie, Cristicchi, coadiuvato dal giornalista Jan Bernas e diretto da Antonio Calenda, riesce a trasformare oggetti dimenticati in racconti di vita vissuta.
Un’opera che unisce musica e teatro
La forza di “Magazzino 18” risiede nella sua narrativa musicale. Cristicchi, noto come “cantattore”, alterna registri vocali e atmosfere musicali, creando una koinè di linguaggi che trasforma il reportage storico in una forma d’arte accessibile e toccante. Ogni canzone, ogni parola, si fa portatrice di emozioni, conducendo gli spettatori attraverso un’esperienza multisensoriale.
Un artista eclettico
Simone Cristicchi è un artista poliedrico. Esordito nel 2005 con il brano “Vorrei cantare come Biagio”, ha da subito attratto l’attenzione per il suo approccio originale e critico nei confronti dell’industria musicale. La sua vittoria al Festival di Sanremo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, una commovente storia sulla follia, ha consolidato la sua popolarità. Negli anni, ha collezionato successi teatrali come “Mio nonno è morto in guerra” e “Magazzino 18”, a cui hanno assistito oltre 140.000 spettatori. Il legame tra Cristicchi e il Friuli Venezia Giulia è particolarmente profondo: oltre a “Magazzino 18”, ha creato e interpretato “Orcolat ’76”, dedicato al tragico terremoto che ha colpito la regione.
Un evento da non perdere
Dopo l’addio di Cristicchi, il Teatro Zancanaro si prepara ad accogliere un altro grande nome del panorama teatrale italiano: Alessandro Bergonzoni, che il 18 ottobre presenterà il suo nuovo lavoro “Arrivano i Dunque”. Anche questa serata sarà disponibile fuori abbonamento, con biglietti già acquistabili presso il teatro e sul sito ertfvg.it.
Non perdere l’opportunità di vivere un’esperienza unica e ricca di significato al Teatro Zancanaro. La cultura, la storia e l’emozione si incontrano in un evento che lascia il segno.
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