TREVISO – Dopo quasi due anni di detenzione, Juan Maria Beltre Guzman, 44 anni, è stato scarcerato. L’uomo, coinvolto nel procedimento giudiziario per l’omicidio di Margherita Ceschin, avvenuto il 23 giugno 2023, non è stato ritenuto né esecutore materiale né mandante del delitto, ma solo un intermediario.
La Corte d’Assise di Treviso ha deciso di attenuare la misura cautelare in atto, stabilendo per lui l’obbligo di dimora a Treviso e l’obbligo di firma quotidiana, viste anche le sue precedenti vicende giudiziarie legate al traffico di stupefacenti.
Secondo quanto scritto nell’ordinanza della Corte, Beltre Guzman non ha preso parte in prima persona all’uccisione della 72enne, ma il suo coinvolgimento si è concretizzato in una fase successiva. La Corte ha infatti sottolineato che non risulta abbia mai tentato la fuga né abbia lasciato il territorio nazionale, al contrario di altri coimputati.
Cosa accadde nel giugno del 2023
La vittima, Margherita Ceschin, è stata trovata morta nel suo appartamento a Conegliano, in via XXVIII Aprile. Le indagini hanno portato alla luce un quadro complesso, in cui emergono vari attori e moventi di natura economica e personale. Secondo gli inquirenti, il mandante dell’omicidio sarebbe Enzo Lorenzon, ex marito della donna, mentre l’esecutore materiale è stato identificato in Jose Mateo Garcia, detto “Molongo”, arrivato appositamente dalla Spagna per compiere il crimine.
La nuova misura cautelare nei confronti di Guzman
Il giudizio su Guzman è ancora in corso, ma la Corte ha evidenziato che, pur mantenendo l’accusa formale di concorso in omicidio volontario premeditato, la sua posizione appare più attenuata rispetto ad altri imputati. Questo ha portato alla sostituzione del regime carcerario con misure meno afflittive.
Il suo avvocato difensore, Fabio Crea, si è detto soddisfatto per la decisione, sottolineando come essa sia coerente con i principi costituzionali e con altre recenti pronunce su casi simili, citando le scarcerazioni in procedimenti per omicidio volontario nelle cause Miglioranza e Filindi.
I protagonisti del delitto
Il delitto sarebbe stato commissionato per rancori legati a questioni economiche sorte durante la separazione tra Ceschin e Lorenzon. Il compito di eseguire il delitto sarebbe stato affidato a Molongo, supportato da Sergio e Joel Lorenzo, anche loro dominicani. Quest’ultimo ha rilasciato una confessione determinante per l’accusa, che ha permesso di consolidare le responsabilità degli altri coinvolti.
La giovane Kendy Maria Rodriguez, ex fidanzata di Joel, avrebbe avuto un ruolo chiave nella gestione dei pagamenti da parte di Lorenzon agli esecutori. Il suo nome figura tra gli imputati e sarà giudicata separatamente.
Le motivazioni della Corte d’Assise
La decisione di concedere la scarcerazione è legata anche al radicamento territoriale di Guzman, che ha dimostrato stabilità personale e assenza di elementi che potessero far pensare a un rischio di fuga. Come spiegato dalla Corte, “non risultano elementi nuovi” nel procedimento, ma la misura è stata ricalibrata tenendo conto del reale ruolo secondario dell’imputato.
Il Pubblico Ministero Michele Permunian, che sostiene l’accusa, ha dato parere favorevole alla scarcerazione anticipata e ha già annunciato che chiederà l’assoluzione di Guzman dall’accusa di omicidio volontario aggravato, proponendo invece una condanna per favoreggiamento personale, in riferimento all’aiuto prestato a Sergio Lorenzo.
Juan Maria Beltre Guzman dovrà rispettare l’obbligo di firma giornaliero, non potrà lasciare Treviso, e non potrà allontanarsi da casa durante la notte, tra le 22 e le 6. Intanto il processo prosegue, con altri imputati che dovranno comparire davanti al gup di Treviso nelle prossime udienze, previste per luglio.