OnlyFans: miliardi di ricavi, ma chi guadagna davvero?
Numeri da multinazionale, ma dietro ai record si nasconde un sistema polarizzato: poche star incassano fortune, la maggioranza resta ai margini con guadagni minimi.
Da Beyoncé a Bella Thorne, fino agli sportivi e ai comici: in pochi anni OnlyFans è passata dall’essere una piattaforma di nicchia a un simbolo della cultura digitale contemporanea. Oggi conta centinaia di milioni di fan e milioni di creator, ma soprattutto muove cifre da multinazionale. Nel 2024 il valore delle transazioni ha superato i 7 miliardi di dollari, confermando la piattaforma come uno degli attori più discussi della nuova economia dei contenuti.
Dietro i record, però, c’è una realtà meno democratica di quanto sembri: la maggioranza dei guadagni resta nelle mani di una ristretta élite, mentre la massa dei creator fatica a emergere. Un fenomeno che solleva domande non solo economiche, ma anche culturali e sociali.
La crescita finanziaria di OnlyFans
Nel 2024 OnlyFans ha registrato un giro d’affari lordo (gross revenue) pari a 7,22 miliardi di dollari, in aumento del 9% rispetto ai 6,63 miliardi del 2023. Una crescita più contenuta rispetto agli anni post-pandemia – quando la piattaforma aveva segnato rialzi a doppia cifra – ma che conferma la solidità del modello di business.
Il meccanismo resta invariato: l’80% dei pagamenti dei fan va ai creator, mentre la società trattiene il 20%. Questo ha portato a 1,41 miliardi di ricavi netti per l’azienda e a 5,8 miliardi redistribuiti ai creator nel 2024. Numeri che posizionano la società londinese tra i leader globali della creator economy, nonostante una struttura operativa ridotta all’osso – appena 46 dipendenti ufficiali, affiancati da contractor esterni.
L’utile ante imposte ha raggiunto i 684 milioni di dollari, mentre l’utile netto si è attestato a 520 milioni. A beneficiare di questa redditività è soprattutto il proprietario Leonid Radvinsky, che nel 2024 ha incassato dividendi per oltre 700 milioni di dollari, quasi il 50% in più rispetto all’anno precedente.
La distribuzione dei guadagni: la coda lunga
La fotografia dei guadagni su OnlyFans restituisce un quadro fortemente polarizzato. Come accade in molte piattaforme digitali, anche qui domina quella che in statistica viene chiamata “coda lunga”: una piccola élite guadagna cifre astronomiche, mentre la grande maggioranza dei profili resta ai margini con entrate simboliche.
Secondo uno studio condotto da Creator Advisor, il top 0,1% dei profili concentra da solo circa il 76% dei ricavi complessivi, con guadagni che in media superano i 146.000 dollari al mese. Subito dopo, la fascia del top 1% scende a circa 34.000 dollari, comunque una cifra che colloca questi creator tra i veri protagonisti della piattaforma.
Allargando lo sguardo, nel top 5% la media si riduce a poco più di 8.200 dollari mensili, mentre nella fascia compresa tra il 5 e il 10% i ricavi crollano a circa 1.955 dollari. La forbice diventa drammatica quando si osserva la base: per il 50% dei profili attivi, i guadagni non superano i 25 dollari al mese.
A fronte di queste cifre, il ricavo medio complessivo per creator nel 2024 — pari a circa 1.253 dollari all’anno, cioè 104 dollari al mese — appare quasi irrilevante: un valore puramente statistico, gonfiato dai guadagni milionari dell’élite, che non riflette la realtà vissuta dalla maggioranza dei profili.
Un aspetto da non dimenticare è che si tratta di valori lordi, cioè prima delle tasse e delle eventuali commissioni. Questo significa che, per la maggior parte dei creator, i guadagni effettivamente incassati sono ancora più bassi di quanto le cifre possano far immaginare.
Creator e fan: crescita sì, ma non per tutti
Il 2024 ha segnato un nuovo record per OnlyFans: i creator attivi hanno raggiunto quota 4,63 milioni, mentre i fan account complessivi sono saliti a 377,5 milioni. In media, questo significa circa 81 fan per ogni profilo.
Dietro l’apparenza di una crescita impressionante, però, si nasconde un dato meno scintillante: la distribuzione resta sbilanciata. Pochissimi profili concentrano la quasi totalità dell’attenzione e dei guadagni, mentre la stragrande maggioranza resta ferma a numeri che non arrivano neanche a coprire le spese di gestione.
In altre parole, l’aumento dei creator non ha portato benessere diffuso, ma più concorrenza interna. Chi entra oggi in piattaforma si trova a combattere in un mare già affollatissimo, dove le star consolidate continuano a dominare e i nuovi arrivati faticano anche solo a farsi notare.
OnlyFans, un impero con poche regine
I numeri raccontano una storia chiara: OnlyFans muove miliardi, ma non tutti ne beneficiano. La piattaforma ha saputo trasformarsi in un colosso globale dell’intrattenimento digitale, capace di generare profitti enormi con una struttura minima. Eppure, la promessa di democratizzazione dei guadagni rimane, in gran parte, un’illusione.
Dietro i successi mediatici delle star che in poche ore incassano cifre a sei zeri, la realtà quotidiana è quella di milioni di profili che non superano poche decine di dollari al mese. Un divario che solleva interrogativi non solo sulla sostenibilità economica del modello, ma anche sul piano culturale e sociale: cosa significa, per un’intera generazione di giovani, inseguire il mito della monetizzazione online in un contesto così competitivo e polarizzato?
Un interrogativo che diventa ancora più attuale alla luce delle indiscrezioni di mercato: secondo fonti vicine al settore, sono in corso trattative sulla vendita di OnlyFans. Se confermata, una cessione potrebbe cambiare radicalmente il futuro della piattaforma, ridisegnandone le strategie e aprendo scenari inediti per creator e fan.