Investito da un'auto sulle strisce, ex campione olimpico finisce in ospedale
Silvio Martinello investito sulle strisce: il campione olimpico racconta l’incidente e denuncia la maleducazione dell'automobilista.
PADOVA – Il drammatico episodio che ha coinvolto Silvio Martinello, campione olimpico di ciclismo ad Atlanta 1996, cinque volte iridato, quattordici volte campione italiano e vincitore di ventotto Sei Giorni, riaccende con forza il tema della sicurezza stradale. Un atleta simbolo del ciclismo italiano, oggi voce autorevole del settore, ha scelto di condividere un racconto lucido e allo stesso tempo carico di amarezza dopo essere stato investito mentre attraversava sulle strisce insieme a Hug, il suo inseparabile compagno a quattro zampe.
L’incidente sulle strisce pedonali e l’impatto inatteso
Martinello ricostruisce quegli istanti con precisione. Ieri, intorno alle 7 del mattino, mentre stava impegnando un passaggio pedonale, un’auto si è fermata per cedergli la precedenza dal lato sinistro, consentendogli di iniziare l’attraversamento. Dal lato opposto, però, un’altra vettura è sopraggiunta a velocità moderata, inducendolo a credere che il conducente si fermasse. Non è accaduto.
«L’impatto è stato violento – racconta – ma in parte limitato dalla mia prontezza nel irrigidirmi e saltare sul cofano, un gesto istintivo che mi ha letteralmente scaraventato a un paio di metri dal punto d’urto». Un movimento che ha stupito perfino i medici del pronto soccorso e che ha evitato conseguenze ben più gravi.
Le ferite, la corsa in ospedale e il sequestro del veicolo
Il bilancio della giornata è stato pesante: 9 punti di sutura, molte contusioni dolorose che si stanno accentuando con il passare delle ore, ma fortunatamente nessuna frattura. «La parte inferiore del mio corpo è stata salvata da quel salto sul cofano» sottolinea l’ex atleta.
Dopo l’incidente sono scattati i rilievi della Polizia Stradale, che ha proceduto al sequestro del veicolo poiché privo di copertura assicurativa. Un dettaglio che aggiunge ulteriore gravità alla vicenda.
Un pedone e ciclista abituale che denuncia comportamenti incivili
Martinello confessa di usare l’auto solo quando necessario, preferendo spostarsi a piedi o in bicicletta. Un’abitudine che lo porta quotidianamente a frequentare marciapiedi, ciclabili e incroci spesso critici, affinando nel tempo un “occhio professionale” capace di intercettare comportamenti pericolosi.
«Vedo cose che gridano vendetta – afferma – e mi chiedo come molta gente abbia potuto perdere ogni forma di buon senso». Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni: il problema, per il campione, è culturale prima ancora che normativo.
Lo sfogo: “Cos’altro dobbiamo fare per far rispettare la strada?”
Con l’esperienza diretta dell’incidente, la sua denuncia si fa ancora più incisiva:
«La maleducazione imperante è diventata intollerabile. Chi guida sembra dimenticare di avere tra le mani un mezzo che, se usato con superficialità, può diventare un’arma. Non se ne può davvero più».
Riflessioni che arrivano da chi, fino a ieri, si impegnava soprattutto nel sensibilizzare l’opinione pubblica da osservatore esterno. Ora la prospettiva è cambiata.
«Da oggi il mio impegno sarà ancora maggiore – conclude – perché, dopo averlo vissuto sulla mia pelle, sento ancora più forte il dovere di richiamare tutti al rispetto delle regole e degli spazi condivisi».