Le nuove frontiere nel trattamento dell’emicrania: le parole della professoressa Cristina Tassorelli
Negli ultimi 5 anni, l’arsenale terapeutico per combattere l’emicrania si è notevolmente ampliato grazie all’introduzione di farmaci mirati. Gli anticorpi monoclonali indirizzati verso il peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp) o il suo recettore, che vengono somministrati mensilmente o trimestralmente per via parenterale, e i nuovi gepanti, antagonisti dello stesso recettore, che si assumono per via orale, stanno rivoluzionando il panorama terapeutico dell’emicrania. Questi farmaci si distinguono non solo per la loro efficacia e tollerabilità, ma anche per le modalità specifiche di somministrazione e distribuzione. Queste sono le parole di Cristina Tassorelli, docente di Neurologia all’Università di Pavia, durante il suo intervento al 54esimo Congresso nazionale della Società italiana di Neurologia (Sin) a Roma.
Mentre molte persone affette da emicrania che non avevano tratto beneficio dai trattamenti precedenti stanno ora vivendo un significativo miglioramento della loro qualità di vita, la ricerca è in costante evoluzione con un nuovo anticorpo monoclonale indirizzato verso un diverso peptide, il Pacap, che ha dimostrato di essere efficace nel trattamento dell’emicrania in uno studio di fase 2. Le prospettive positive per medici e pazienti continuano a emergere, con nuove opzioni terapeutiche che promettono di cambiare radicalmente il modo di affrontare questa patologia.
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