Immagina di trovarti nel bel mezzo di una maratona digitale, dove centinaia di competitor corrono per guadagnare una posizione di rilievo su Google.
Sei in prima linea, a cercare un modo per aumentare la visibilità del nostro progetto online. Eppure, la vera sfida non è soltanto raggiungere un buon piazzamento: è mantenere quella posizione nel tempo, contro gli assalti continui di nuovi contenuti, nuovi trend e algoritmi che cambiano.
In questo scenario così tempestoso, abbiamo deciso di rivolgerci a una figura importante del panorama SEO italiano: Alessandro Aru, consulente SEO di Wonize e direttore marketing di Crystal Srl, di cui fanno parti i brand Crystalweed, PlantaDea e CrystalTea.
Alessandro è conosciuto per la sua capacità di trasformare le idee in strategie vincenti. Con un curriculum che spazia da progetti SAS a e-commerce di successo, Alessandro ha accettato di rivelarci quali sono, a suo avviso, le migliori strategie SEO per ottenere e mantenere un ottimo posizionamento sui motori di ricerca quest’anno.
Sappiamo bene che Google è in perenne evoluzione dal lontano 1998, anno in cui iniziò la sua avventura. Nel corso degli anni, i fattori di ranking si sono moltiplicati, l’intento di ricerca è diventato importante e la concorrenza online è cresciuta in modo esponenziale.
Con l’avvento della ricerca personalizzata e dei risultati influenzati dal comportamento degli utenti, dalla posizione geografica e dal dispositivo utilizzato, conquistare la prima posizione su Google è diventato complesso, in cui la qualità dei contenuti e l’esperienza utente dominano la scena.
Alessandro Aru, però, ci tranquillizza: “La SEO non è un mostro mitologico, né un’entità oscura che va a caso. È un insieme di tecniche e buone pratiche che, quando ben eseguite, portano risultati.”
Certo, possono volerci settimane o addirittura mesi per vedere i primi incrementi di traffico organico, ma con costanza e una strategia ben calibrata, i frutti arrivano.
Per aiutarti a “migliorare il ranking” e arrivare più in alto di un VIP in un reality show, abbiamo discusso con Alessandro otto punti fondamentali, otto azioni concrete che rappresentano, secondo Ale, le migliori strategie SEO di quest’anno.
Le abbiamo tradotte e arricchite con esempi pratici, consigli operativi e qualche chicca di contesto culturale (perché, si sa, anche i meme e le tendenze social possono influenzare la popolarità di un sito!).
Prendi carta e penna – o apri il tuo foglio di lavoro digitale preferito – e segnati i passaggi.
Ecco a te le tecniche SEO che Alessandro Aru suggerisce, applicabili fin da subito, per migliorare il posizionamento del tuo sito web.
Le strategie SEO di Alessandro Aru per migliorare il posizionamento su Google
1. Una solida base tecnica e attenzione all’esperienza utente (UX)
La prima delle migliori strategie SEO che Alessandro ci propone si basa sul concetto di “casa ben costruita”. Quando progetti un sito web, devi partire dalle fondamenta, assicurandoti che l’architettura sia robusta e che non ci siano barriere per l’accesso e la comprensione dei contenuti da parte di Google (e, ovviamente, degli utenti).
“Pensiamo a un visitatore come a un ospite speciale,” spiega Alessandro. “Quando qualcuno arriva nel nostro sito, vogliamo che trovi ciò che cerca nel minor tempo possibile, senza ostacoli, errori o pagine che si caricano con la stessa lentezza con cui si aggiorna la tua serie preferita su Netflix.”
Ecco alcuni punti da ricordare per costruire solide fondamenta:
- Struttura di navigazione intuitiva: gli utenti devono riuscire a raggiungere ogni pagina importante del sito con massimo tre clic.
- Sicurezza (HTTPS): un certificato SSL non solo protegge i dati degli utenti, ma indica a Google che il tuo sito è affidabile.
- Velocità di caricamento: immagini compresse, utilizzo di CDN, riduzione di codice e JavaScript non necessari. Un sito veloce migliora l’esperienza utente e i Core Web Vitals.
- Correzione errori: usa strumenti come Google Search Console per identificare link rotti, errori di scansione, pagine con errori 404.
Alessandro ci ricorda di non fissarci troppo sui punteggi perfetti nei test di Core Web Vitals.
Vanno utilizzati come linee guida, non come ossessioni. Se i tuoi contenuti sono ben fruibili, se rispondono all’intento dell’utente e non vi sono difetti tecnici macroscopici, Google avrà un motivo in più per premiarti.
Azione pratica: “Fai un mini-audit del tuo sito,” suggerisce Aru. “Controlla su Search Console eventuali coperture, errori di scansione e mobile usability. Risolvi tre problemi concreti entro la settimana, che siano link non funzionanti o pagine troppo lente. Poi, dopo un paio di settimane, verifica se la situazione è migliorata. Misura tutto: la SEO non è un atto di fede, ma di analisi.”
2. Contenuti utili, pertinenti e orientati all’E-E-A-T
Se negli ultimi anni hai sentito parlare di SEO, sicuramente ti sarai imbattuto nella sigla E-A-T (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness). Da qualche tempo, Google ha aggiunto una E all’inizio di questa formula magica, introducendo il concetto di Experience. “In pratica, Google chiede di dimostrare che dietro i contenuti ci siano persone reali, competenti e con esperienza diretta sull’argomento,” puntualizza Alessandro.
Cosa vuol dire concretamente? Significa che devi:
- Scrivere articoli che rispondano a domande reali degli utenti. Non un semplice elenco di keyword, ma soluzioni e approfondimenti che facciano percepire la tua autorevolezza.
- Inserire citazioni di esperti, case study, riferimenti a ricerche scientifiche o rapporti di settore, per sostenere i tuoi argomenti con fonti affidabili.
- Curare la forma e la sostanza del tuo contenuto, puntando su chiarezza, originalità e fruibilità, senza sacrificare il taglio professionale.
“Ricorda sempre: se il lettore trova il tuo contenuto noioso o poco rilevante,” dice Aru, “ti abbandonerà a favore di chi risponde meglio alle sue domande. E a Google non sfugge questo comportamento, perché osserva i segnali di coinvolgimento e li utilizza per decidere quanto valore dare alle tue pagine.”
Azione pratica: individua i tre articoli o le tre pagine più importanti del tuo sito (magari quelle con maggiore potenziale di conversione). Aggiungi un paragrafo con qualche dato aggiornato o una citazione da un esperto di settore. Inserisci una sezione FAQ che risponda alle domande più frequenti dei tuoi utenti. Dopo un mese, verifica se c’è stato un aumento del tasso di clic (CTR) o una riduzione della frequenza di rimbalzo (bounce rate).
3. Ottimizza le tue pagine per Google (senza trascurare gli utenti)
È un classico: quando pensiamo alla SEO, di solito ci focalizziamo su title, meta descrizione, H1 e così via. Ebbene, questi elementi di ottimizzazione on-page continuano a essere importanti anche quest’anno. “Ma attenzione,” avverte Alessandro, “evita di infarcire i testi di parole chiave come se non ci fosse un domani. Google si accorge dei contenuti innaturali e non li posiziona.”
Ecco alcuni trucchi per ottimizzare le pagine:
- Titoli unici, concisi e descrittivi, meglio se intorno ai 60 caratteri. Inserisci la tua keyword principale in modo naturale, all’inizio se possibile.
- Meta descrizioni incisive e persuasive, che attirino clic. Non superare i 155-160 caratteri e cerca di rispondere in anticipo a una possibile domanda dell’utente.
- Uso strategico dei link interni: collega pagine affini usando anchor text descrittivi. Non limitarti a “Clicca qui”, ma preferisci frasi del tipo “Scopri come scrivere un titolo SEO perfetto”.
- Struttura chiara: suddividi il testo in paragrafi, usa elenchi puntati, titoli H2 e H3. Aiuterai sia Google a capire il contenuto, sia i lettori a non abbandonare la pagina dopo due righe.
“Tieni sempre a mente che stai scrivendo per persone in carne e ossa,” ribadisce Aru. “Se il testo risulta scorrevole e interessante, Google percepirà segnali di soddisfazione da parte degli utenti, come il tempo di permanenza sulla pagina.”
Azione pratica: individua tre pagine del tuo sito che compaiono nelle prime due pagine dei risultati di ricerca, ma con un CTR basso rispetto alle impression. Rivedi i titoli e le meta descrizioni, inserendo la parola chiave principale e un invito all’azione coinvolgente. Poi, collega internamente queste pagine da contenuti ad alto traffico, usando anchor text pertinenti. Misura i risultati dopo un mese.
4. Implementa lo Schema Markup per ottenere risultati avanzati (rich results)
Un tempo, la SERP di Google era un mero elenco di link blu. Oggi, è diventata un mosaico di rich snippet, immagini, schede prodotto e così via.
“Lo Schema Markup ti aiuta a spiegare a Google esattamente cosa contiene la tua pagina e come mostrarlo,” spiega Alessandro.
Grazie al markup strutturato, è possibile evidenziare informazioni importanti, come:
- Recensioni e valutazioni (stelle, numero di recensioni, valutazione media).
- Prezzi e disponibilità di prodotti.
- FAQ per rispondere direttamente a domande specifiche dell’utente.
- Eventi con date, luoghi e modalità di partecipazione.
- Altre cose.
“Quando Google comprende bene i tuoi contenuti,” aggiunge Aru, “ha maggiori possibilità di mostrarli in formato arricchito, catturando l’attenzione dell’utente e aumentandone la fiducia.”
Per implementare lo Schema Markup:
- Scegli il tipo di schema più adatto (Article, FAQ, Product, LocalBusiness, ecc.).
- Genera il codice in formato JSON-LD con strumenti come il Markup Helper di Google.
- Valida il markup con il Rich Results Test, correggendo eventuali errori.
- Inseriscilo nell’head o nel body HTML della pagina.
Azione pratica: seleziona una pagina del tuo sito che già registra un buon traffico organico e arricchiscila con FAQ Schema. Verifica con Search Console se aumentano impression e clic. Se tutto procede bene, estendi la strategia ad altre pagine o sezioni, come i prodotti di punta del tuo e-commerce o gli articoli più letti del tuo blog.
5. Ottimizza per il Mobile-First Indexing
Non è un mistero che Google, da tempo, utilizzi la versione mobile di un sito come principale riferimento per indicizzare e posizionare le pagine. “Se il tuo sito non è mobile-friendly, sei praticamente fuori dai giochi,” sottolinea Alessandro con enfasi.
Oggi, la maggior parte degli utenti naviga da smartphone o tablet, e l’esperienza da mobile è un fattore determinante per l’algoritmo.
Ecco come ottimizzare il tutto:
- Design responsive: il layout deve adattarsi automaticamente a tutte le dimensioni di schermo.
- Velocità su mobile: comprimi immagini, abilita la cache del browser, utilizza un hosting performante.
- Menu semplificati: su dispositivi piccoli, i menu a cascata o pieni di voci sono complicati da usare. Privilegia soluzioni a fisarmonica o hamburger menu ben strutturati.
- Elementi cliccabili ben distanziati: evitare che due link o due pulsanti siano così vicini da rendere difficile la selezione.
“Controlla la sezione ‘Mobile Usability’ nella Search Console,” consiglia Aru. “Troverai un elenco di errori comuni, come testo troppo piccolo o elementi troppo vicini, che possono danneggiare la user experience.”
Azione pratica: usa Google PageSpeed Insights o GTmetrix per individuare i motivi di lentezza su mobile. Risolvi almeno tre problemi emersi, come immagini troppo grandi o script pesanti. Poi, verifica i progressi su Search Console nel corso delle settimane successive, monitorando sia la velocità sia le impression da dispositivi mobili.
6. Costruisci backlink di qualità (e con pazienza)
Da quando Google esiste, i backlink sono uno dei fattori di ranking più importanti. Ma oggi, la qualità batte la quantità. “È molto meglio avere un link da un sito autorevole come un giornale online rinomato (tipo il Corriere), piuttosto che cento link da directory di dubbio valore,” spiega Alessandro.
Strategie efficaci per ottenere backlink di qualità:
- Guest blogging: scrivi articoli di alto valore su siti autorevoli del tuo settore.
- Content outreach: promuovi i tuoi migliori contenuti contattando influencer, blog o testate interessate al tema.
- Broken link building: trova link interrotti su altri siti e suggerisci il tuo contenuto come sostituto.
- Digital PR: crea notizie o eventi che attirino l’attenzione dei media, generando menzioni e link spontanei.
Alessandro ci tiene a precisare: “Non cadere in tattiche black-hat come l’acquisto massiccio di link. Prima o poi Google se ne accorge, e allora sì che sono guai: potresti ritrovarti con una penalizzazione e buttare via mesi di lavoro.”
Azione pratica: individua tre siti autorevoli nel tuo settore, magari usando strumenti come Ahrefs o Semrush. Proponi loro un articolo ben curato, una ricerca che hai realizzato oppure un contenuto che risponda a un’esigenza del loro pubblico. Monitora con Google Search Console l’arrivo di nuovi backlink e l’eventuale aumento di traffico referral nel corso dei mesi successivi.
7. Aggiorna periodicamente i contenuti
In un’epoca in cui gli eventi si susseguono alla velocità di un tweet, avere contenuti costantemente aggiornati è vitale. “Se un articolo si riferisce a dati del 2016, anche se fosse scritto benissimo, rischia di perdere rilevanza agli occhi di Google e dei lettori,” avverte Alessandro.
Come mantenere i contenuti al passo coi tempi:
- Aggiorna le statistiche: inserisci dati recenti, magari relativi all’anno in corso o all’ultimo trimestre.
- Aggiungi nuove sezioni: spunti, FAQ, approfondimenti e casi studio possono ridare vita a un vecchio articolo.
- Inserisci elementi multimediali: immagini, infografiche o video. Un contenuto visivo ben studiato può aumentare il tempo di permanenza sulla pagina.
- Ripubblica con data aggiornata: se l’update è sostanziale, non limitarti a un semplice edit: segnalalo ai lettori e a Google, rilanciando il post anche sui social.
“Un contenuto che risponde a una domanda ancora attuale può restare in posizione per anni,” continua Aru, “ma dev’essere pronto a recepire i cambiamenti della realtà che lo circonda.”
Azione pratica: individua le cinque pagine più visitate del tuo sito e controlla quanto siano aggiornate. Aggiungi un nuovo paragrafo o dati recenti, correggi eventuali link obsoleti o fonti non più disponibili. Poi, osserva come varia il tempo di permanenza sulla pagina e il ranking dopo qualche settimana.
8. Migliora la SEO locale (Local SEO)
Se hai un’attività locale (un negozio fisico, un ristorante, uno studio professionale), ignorare la Local SEO significa perdere un mare di opportunità. “Le persone cercano su Google luoghi o servizi vicino a loro,” spiega Alessandro, “e se tu non appari in quelle ricerche, è come se il tuo negozio fosse invisibile.”
Ecco come fare breccia nella local search:
- Google Business Profile (GBP): compila in modo completo tutte le informazioni, inclusi orari, foto e categoria. Tieni sempre aggiornati i dati in caso di variazione di orari, ferie o eventi speciali.
- Recensioni: incoraggia i clienti soddisfatti a lasciare un feedback su Google. Le stelle di valutazione aumentano la fiducia e la tua visibilità.
- Keyword geolocalizzate: integra nel tuo sito frasi come “miglior [servizio] a [città/area]”.
- Crea contenuti relativi al tuo territorio: articoli sul quartiere, sulle iniziative locali, su come raggiungerti con i mezzi pubblici, ecc.
“A Milano, ad esempio, ci sono ristoranti che devono competere con migliaia di altre attività simili,” precisa Aru. “Se ottimizzi i contenuti con parole come ‘migliore pizza senza glutine a Milano Duomo’, avrai più probabilità di farti trovare da chi sta cercando proprio quell’opzione in quell’area specifica.”
Azione pratica: controlla la tua scheda Google Business Profile e aggiorna foto, orari e categorie. Individua tre keyword locali pertinenti, come “fioraio a [città]” o “studio grafico a [quartiere]”. Inseriscile in modo naturale nelle meta descrizioni e nei titoli delle pagine principali del tuo sito. Nei successivi 15-30 giorni, osserva se i click provenienti dalla ricerca locale aumentano.
Uno sguardo complessivo: le migliori strategie SEO non cambiano le fondamenta, ma si adattano ai tempi
“Ciò che mi piace della SEO,” afferma Alessandro Aru, “è che è come un organismo vivente.
Cambia, si evolve, assume nuove forme, ma resta ancorata a princìpi di fondo. L’idea di fornire contenuti utili, un sito veloce e un’esperienza utente di qualità è valida oggi come lo era 10 anni fa, anche se declinata in modi più complessi.”
E se vogliamo tirar fuori un paragone con la cultura pop, potremmo citare “Il Signore degli Anelli”: la trama ruota attorno all’unico Anello, ma gli ostacoli, gli alleati e le dinamiche si evolvono pagina dopo pagina. Così anche la SEO ruota attorno a un nucleo di verità (i contenuti di qualità, la struttura del sito, l’attenzione all’utente), ma gli aggiornamenti di Google sono come le diverse fasi della storia: stravolgono la situazione, introducono nemici e pericoli, ma premiano chi continua a perseguire la retta via.
Alessandro Aru ci incoraggia a non avere fretta: “Ogni strategia SEO richiede pazienza. Le ottimizzazioni tecniche vanno monitorate, i contenuti aggiornati, i link costruiti con cura. Piuttosto che saltare da una tecnica all’altra in modo frenetico, conviene pianificare, misurare e adattare in base ai risultati. È un processo ciclico, come un continuo allenamento in palestra: se ti alleni costantemente, i muscoli crescono; se smetti, perdi forma.”
Consigli finali di Alessandro:
- Misura i progressi: utilizza Google Analytics, Search Console e altri strumenti per verificare se la strategia funziona.
- Non strafare: “Troppi plugin, troppi script, troppi pop-up. Tieni pulito e veloce il tuo sito,” ripete Aru, come fosse un mantra.
- Aggiornati costantemente: la SEO è in continuo movimento, tra nuove linee guida, nuovi algoritmi, nuove parole chiave emergenti. Segui i blog di settore, partecipa a webinar, confrontati con altri professionisti.
- Abbi un piano di emergenza: talvolta Google sperimenta update degli algoritmi che possono far crollare (o far salire) il traffico in modo inatteso. Prevedi una strategia di contenimento e recupero, senza farti prendere dal panico.
Alla fine, la vera chiave del successo è una visione d’insieme, che parte da solide fondamenta (tecniche e contenutistiche), si sviluppa nella cura dei dettagli (ottimizzazione on-page, schema, E-E-A-T, local SEO) e fiorisce nella perseveranza (aggiornamenti costanti, backlink di qualità, espansione internazionale).
E allora, che tu stia creando un e-commerce di scarpe personalizzate, un blog dedicato al cinema francese o un portale di notizie sulla politica locale, queste migliori strategie SEO possono farti da bussola per navigare nell’oceano dei motori di ricerca.
Hai già scelto da dove partire? Forse sistemerai la velocità del sito, o magari aggiornerai un articolo che latita dal 2017. L’importante è agire: la SEO è un processo, non un evento. E con la guida di Alessandro Aru, ecco che il percorso si fa un po’ meno tortuoso.
Se ti interessa, Alessandro ha anche un sito personale che si chiama alessandroaru.it oltre a Wonize.