NOALE (VENEZIA) – Un episodio di vandalismo ha colpito una delle installazioni più rappresentative del Palio di Noale. Durante la notte tra il 6 e il 7 giugno, ignoti hanno danneggiato alcune strutture della contrada del Gato, con un tentativo di incendio che, fortunatamente, non ha avuto conseguenze gravi.
A scoprire il gesto questa mattina è stato Luigi Fregonese, presidente della contrada, che si è trovato davanti a un quadro desolante: teli in tessuto divelti, la gabbia di tortura gettata nel fiume Marzenego e chiari segni di incendio.
Amarezza e delusione per l’accaduto
Il Palio di Noale rappresenta da anni un momento di aggregazione e partecipazione per l’intera città. Fregonese, docente al Politecnico di Milano e guida del Gato, ha espresso con forza la sua delusione: «Sono giorni che ci impegniamo per allestire un evento ricco di fascino e tradizione, dedicando tempo e passione. Vedere questi atti compiuti, probabilmente da giovani della nostra stessa comunità, è motivo di grande amarezza». Secondo il presidente, l’episodio riflette un problema più ampio legato alla mancanza di valori e di senso di responsabilità tra le nuove generazioni.
I cittadini avevano già segnalato
La zona interessata dai danni, situata all’ingresso della rocca, è da tempo un luogo frequentato da un gruppo di giovani che spesso si ritrovano approfittando della scarsa illuminazione e della posizione nascosta. Diversi residenti avevano già segnalato la presenza di bottiglie abbandonate e rifiuti vari, evidenziando un problema di degrado e poca sorveglianza. Fregonese sottolinea l’importanza di un coinvolgimento attivo delle famiglie e delle istituzioni per migliorare la situazione: «Non rinuncerei mai al mio lavoro con i ragazzi, perché credo nella loro capacità di cambiare, ma è evidente che alcuni faticano a comprendere il valore della comunità».
L’intera comunità del Palio di Noale si è stretta attorno alla contrada del Gato, con messaggi di solidarietà provenienti dalle altre contrade e dall’associazione Palio, guidata da Massimo Casotto.