Addio a don Marcello Farina: il prete-filosofo, "maestro degli spiriti inquieti", aveva 85 anni
Trento piange don Marcello Farina, prete filosofo e maestro di libertà: un’eredità di dialogo, umiltà e pensiero.
TRENTO – La comunità trentina si stringe attorno al ricordo di don Marcello Farina, scomparso a 85 anni dopo una malattia. Figura centrale della vita culturale e spirituale del territorio, conosciuto come il prete filosofo, Farina ha lasciato un’impronta profonda grazie al suo stile umano fatto di mitezza, libertà interiore e coraggio intellettuale. Un uomo capace di unire pensieri complessi e una fede mai dogmatica, sempre aperta al dialogo.
Le Acli: «Ci lascia un intellettuale libero, capace di insegnare umiltà e autonomia»
Le Acli trentine hanno descritto don Farina come «un prete e un intellettuale libero e indipendente», ricordando la lunga collaborazione con il mensile Acli Trentine e con la Scuola di Comunità.
In una nota hanno voluto restituire il senso più autentico del suo insegnamento: «Ci ha trasmesso il coraggio dell’umiltà, la profondità della mitezza e dell’autonomia di pensiero. Grandi lezioni che porteremo sempre nei nostri cuori». Parole che riassumono l’essenza del suo impegno culturale e pastorale, sempre volto a stimolare domande, riflessioni e percorsi interiori.
Il sindaco Ianeselli: «Maestro di libertà e ascolto»
Tra i primi a rendergli omaggio è stato il sindaco Franco Ianeselli, che ha voluto ricordarlo come «maestro di libertà, uomo dell’ascolto e del dialogo».
Il primo cittadino ha sottolineato un tratto che in molti hanno sempre riconosciuto a don Farina: la capacità di attrarre e coinvolgere persone diversissime tra loro. «Per chi non lo conosceva – ha scritto sui social – possono sembrare un mistero le folle che riusciva a muovere quando teneva una lezione all’università della terza età o celebrava messa nelle parrocchie più lontane. Ma chi l’ha ascoltato almeno una volta non si sorprende: aveva il dono raro di unire l’audacia del pensiero alla più umana delle arti».
L’arte dell’incontro, la sua eredità più grande
In quelle parole si ritrova il cuore della sua testimonianza: don Farina incarnava la convinzione che la fede e la cultura dovessero essere luoghi di incontro, non di separazione. La sua capacità di comprendere «senza pregiudizi» lo ha reso un punto di riferimento trasversale, amato da studenti, artisti, anziani, fedeli, agnostici e non credenti.
Il sindaco Ianeselli lo ha ricordato con un ringraziamento che contiene l’essenza della sua missione: «Grazie don Farina per essere stato un punto di riferimento per liceali, universitari, artisti, anziani, fedeli e non credenti. Grazie per aver condiviso la tua ostinata ricerca di verità con tutti gli spiriti inquieti della città».
Un vuoto profondo nella Chiesa e nella cultura trentina
La morte di don Marcello Farina lascia un vuoto che va oltre la dimensione ecclesiale. È la scomparsa di un maestro del pensiero, di un educatore capace di unire filosofia e umanità, di un sacerdote che ha scelto di abitare il proprio tempo con lucidità, apertura, spirito critico e gentilezza.