Evaso dal carcere di Trieste, nessuna traccia nemmeno oltreconfine: «è scomparso»
Proseguono le ricerche del detenuto evaso dal carcere di Trieste, con verifiche anche all’estero.
TRIESTE – Proseguono senza sosta le ricerche del detenuto evaso nel pomeriggio di domenica dal carcere di Trieste, con un’attività investigativa che non si limita più al solo territorio nazionale. L’attenzione degli inquirenti si è infatti estesa anche oltreconfine, con particolare riferimento alla Slovenia, considerata una delle possibili direzioni di fuga. Il ricercato è Khan Nasir, cittadino pachistano di 31 anni, detenuto per reati legati alla droga e prossimo al rimpatrio. Le operazioni di ricerca vedono impegnati la polizia penitenziaria e gli agenti della Questura di Trieste, in coordinamento con le autorità competenti anche nei Paesi limitrofi.
Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo e le indagini sono in pieno svolgimento. La gravità dell’accaduto è stata sottolineata anche dalla procuratrice capo di Trieste, Patrizia Castaldini, che ha confermato come l’obiettivo sia quello di ricostruire con precisione ogni fase dell’evasione.
Gli investigatori stanno lavorando per chiarire responsabilità, eventuali falle nei sistemi di controllo e per individuare il percorso seguito dal detenuto dopo l’allontanamento dalla struttura carceraria.
Secondo una prima ricostruzione, Khan Nasir si sarebbe nascosto sotto un telone, probabilmente durante l’ora d’aria, attendendo il momento in cui potersi muovere senza essere notato. Una volta rimasto solo, si sarebbe calato dalla zona dei “passeggi”, sfruttando la presenza di un cantiere edile per raggiungere la strada e far perdere le proprie tracce.
Una dinamica che ora viene attentamente analizzata dagli inquirenti, anche attraverso verifiche interne e controlli sulle procedure di sorveglianza.
Le ricerche proseguono dunque a tutto campo, con controlli sul territorio regionale, nazionale e con contatti attivi con le autorità estere, in particolare slovene. L’ipotesi di un rapido allontanamento dall’Italia viene considerata concreta, proprio in virtù della vicinanza geografica e della situazione personale del detenuto.