Archivio storico del terremoto e della ricostruzione: il racconto del modello Friuli

Riccardi: un racconto per ricordare il terremoto del 1976

Trieste, 19 marzo - La memoria del terremoto del 1976 in Friuli Venezia Giulia deve essere preservata attraverso strumenti digitali che documentino in modo permanente e dettagliato sia l'evento sismico stesso che il lungo periodo di ricostruzione che ne è seguito. Questo è l'obiettivo principale che si pone in vista del 2026, anno in cui si celebrerà il Cinquantesimo anniversario di quella tragica vicenda che ha segnato in modo indelebile la storia della regione.

L'assessore alle Infrastrutture e al Territorio Cristina Amirante ha presieduto oggi a Trieste la prima riunione del "Comitato per l'istituzione dell'archivio storico del terremoto e della ricostruzione". Durante l'incontro, sono emersi stimoli importanti per il lavoro che l'Università di Udine sta svolgendo, incaricata di digitalizzare un vasto patrimonio di materiali e documenti relativi al terremoto, nonché di realizzare il portale web "La forza della terra", disponibile in italiano, inglese e friulano.

L'assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi, membro del Comitato, ha sottolineato l'importanza di creare un racconto che possa fornire una base solida per approfondire le diverse sfaccettature dell'evento sismico, comprese quelle di natura tecnica, mantenendo sempre viva l'essenza del "modello Friuli" che emerse in quegli anni.

Il Comitato, che include anche il direttore della Protezione Civile Fvg e rappresentanti di varie associazioni e istituzioni locali, ha l'obiettivo di valorizzare i materiali già disponibili attraverso il portale web, che sarà un punto di riferimento per studiosi e cittadini interessati alla storia del terremoto del 1976.

Il portale sarà ospitato presso Palazzo Scarpa a Gemona del Friuli, coinvolto in un processo di riqualificazione, e verrà finanziato con una cifra che si aggira tra uno e due milioni di euro. L'obiettivo finale è rendere questo strumento accessibile a tutti, soprattutto alle nuove generazioni e agli studiosi provenienti da tutto il mondo.

ARC/PPH/al