Decreti ingiuntivi: cosa sono e come accertarne l’esistenza
Come previsto dal Codice di procedura civile, chi vuole riscuotere un credito, permette la richiesta di un decreto ingiuntivo a un giudice, dimostrando di vantare un credito. Questo provvedimento emes...
Come previsto dal Codice di procedura civile, chi vuole riscuotere un credito, permette la richiesta di un decreto ingiuntivo a un giudice, dimostrando di vantare un credito. Questo provvedimento emesso da un giudice su richiesta di un creditore, destinato a ottenere in tempi brevi quanto gli è dovuto.
Spesso questa soluzione viene adottata per riuscire a riacquisire più velocemente eventuali crediti vantati, spesso se ne avvalgono infatti anche le banche o altri enti di credito, oltre che i privati. Ma vediamo nello specifico cos’è il decreto ingiuntivo e come verificarne la presenza.
Che cos’è un decreto ingiuntivo
Un decreto ingiuntivo è un ordine del giudice che impone al debitore di adempiere a un’obbligazione. Può trattarsi del pagamento di una somma di denaro, della consegna di beni fungibili (ad esempio un’auto di valore) o della restituzione di un bene mobile identificabile (come un macchinario). A disciplinarlo è il Codice di procedura civile art. 633.
La caratteristica peculiare è che viene emesso senza contraddittorio: il giudice si pronuncia basandosi esclusivamente sulla documentazione fornita dal creditore, senza ascoltare preventivamente il debitore.
Se il debitore non si oppone nel termine previsto, il decreto diventa titolo esecutivo. A quel punto, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni.
Quando è possibile chiedere un decreto ingiuntivo
Per attivare questo tipo di procedimento è necessario che il creditore sia in possesso di un credito certo, liquido ed esigibile e che possa documentarlo per iscritto. In termini semplici:
- Certo: non contestato nella sua esistenza;
- Liquido: già determinato nel suo importo;
- Esigibile: scaduto, quindi immediatamente reclamabile.
Rientrano in questa casistica i canoni non pagati di un contratto di locazione, il saldo di una fattura, il compenso per una prestazione professionale, gli oneri condominiali approvati dall’assemblea.
Il creditore, per ottenere il decreto, deve presentare al giudice una prova scritta: può trattarsi di un contratto, di una cambiale, di un assegno, di un verbale assembleare, di un documento di riconoscimento del debito.
La richiesta può essere fatta da chiunque, persona fisica o giuridica. Il creditore assume il ruolo di ricorrente o ingiungente, mentre il debitore è detto resistente o ingiunto.
Quando il decreto riguarda beni fungibili o mobili determinati
Oltre ai casi classici di somme di denaro, la legge consente il ricorso anche per obbligazioni che abbiano per oggetto beni fungibili (cioè intercambiabili: grano, olio, carburante) o la consegna di una cosa mobile specifica. È però necessario che il bene sia chiaramente identificato e che la richiesta possa poggiare su una base contrattuale certa. Ad esempio, un computer non consegnato al termine di un contratto di vendita, oppure documenti contabili che un amministratore si rifiuta di fornire al socio.
Non è invece possibile chiedere un decreto ingiuntivo per ottenere l’adempimento di obblighi di fare (come la realizzazione di un’opera), per il rilascio di immobili o per crediti generici o non ancora determinati nel loro ammontare.
E se il debitore si oppone?
Il debitore ha 40 giorni di tempo dalla notifica del decreto per proporre opposizione. In quel momento il procedimento cambia natura: si trasforma in un processo ordinario, con tanto di udienze, prove e discussione tra le parti.
È in questa fase che entra in gioco il contraddittorio, cioè il principio per cui entrambe le parti devono essere sentite dal giudice prima che venga pronunciata una sentenza.
Se invece il debitore non fa nulla, e non esegue quanto ordinato, il decreto diventa definitivo e il creditore può procedere a richiedere l’atto di precetto e poi il pignoramento.
Come verificare se è stato emesso un decreto ingiuntivo?
Esistono situazioni – nella fase di trattativa immobiliare, nella scelta di un socio d’affari o nell’avvio di un rapporto commerciale – in cui può essere utile sapere se un soggetto è stato colpito da un decreto ingiuntivo. Non si tratta di curiosità, ma di una forma di tutela legittima per chi si espone economicamente nei confronti di terzi.
Lo strumento più efficace per ottenere questa informazione è la visura ipotecaria, disponibile anche online attraverso i portali autorizzati e i servizi digitali accreditati.
La visura ipotecaria ventennale permette di andare a visionare tutti gli atti che sono conservati all’interno del Registri Immobiliari. In genere questa permette di visionare se sono stati trascritti dei decreti ingiuntivi esecutivi, ma anche dei pignoramenti oppure delle iscrizioni ipotecarie.
Questa visura, dunque, permette di verificare eventuali pendenze a carico di un soggetto, ma consente anche di valutare la reale affidabilità patrimoniale di chi si ha di fronte. È particolarmente usato anche in ambito di recupero crediti o contenziosi già in corso, quando diventa utile capire su quali beni si può eventualmente agire.