In ambito giudiziario, uno strumento tra i più diffusi è il decreto ingiuntivo. Esso viene emanato dal giudice quando viene accolto il ricorso di un creditore che vuol vedere tutelato il proprio diritto. Con questo decreto, il giudice intima al debitore di ottemperare al soddisfacimento di quanto richiesto dal creditore, indipendemente dal fatto che si tratti di una somma di denaro o della consegna/restituzione di un bene, entro 40 giorni.
Il decreto ingiuntivo rappresenta, di conseguenza, una soluzione molto in voga nel nostro paese, in quanto tutela adeguatamente gli interessi del creditore. In ambito commerciale, ad esempio, è uno strumento largamente utilizzato per recuperare i crediti di natura commerciale: non stupisce, quindi, se trovano largo utilizzo nel mondo imprenditoriale nostrano.
Perché il decreto ingiuntivo è considerato un “credito speciale” ed ha tempi decisamente snelli rispetto ad un procedimento ordinario
Quanto fin qui esplicato fa ben comprendere come il decreto ingiuntivo sia spiccatamente esecutivo, non per nulla rientrante nella categoria dei cosiddetti “procedimenti speciali”. Esso, essendo un procedimento ordinario, consente di abbreviare i tempi, che, come noto, sono assai lunghi nell’ordinamento italiano: è possibile ottenerlo in qualche settimana da quando è stato avviato l’iter processuale.
I tempi celeri del decreto ingiuntivo sono dovuti alla particolarità del procedimento. A differenza di quanto accade in un procedimento ordinario, dove il giudice emette sentenza esclusivamente dopo aver ascoltato entrambe le parti coinvolte (principio del contraddittorio), in questo caso può ricorrere al decreto ingiuntivo solo basandosi sul ricorso del creditore.
Tuttavia, il decreto ingiuntivo si può attivare solo in determinate circostanze. In base all’art.633, infatti, può essere richiesto solo il credito risulta liquido (la somma è determinata esattamente), certo (ovvero, è adeguatamente documentato) e esigibile (in quanto non ancora scaduto e non sottoposto a termini e condizioni).
Per scoprire se un credito commerciale insoluto rispetti tali caratteristiche, il giudice si avvale, come detto, di alcune prove documentarie come, ad esempio, le scritture contabili, assegni o cambiali protestate o promesse unilaterali contenute in scritture private. Nonostante la natura su cui fa perno il decreto ingiuntivo, che è di per sé a favore del creditore, il debitore può opporsi a tutela dei suoi diritti.
Come verificare la presenza di un decreto ingiuntivo tramite visura ipotecaria
Se, invece, il debitore non procede in tal senso e non provvede all’assolvimento di quanto richiesto dal giudice, il decreto ingiuntivo diverrà a tutti gli effetti esecutivo, consentendo al creditore di poter avviare anche la procedura di esecuzione forzata. Prima che ciò avvenga, tuttavia, devono essere assolte due tappe intermedie: atto di precetto; pignoramento.
Il decreto ingiuntivo, quindi, è uno strumento estremamente tutelante per il creditore, che ha modo di rivalersi, anche in modo coattivo, nei confronti del debitore insolvente, risolvendo la “querelle”, in molti casi, anche in tempi decisamente celeri: l’intero patrimonio del debitore, infatti, può essere aggredito.
In molti si chiedono se è possibile, in qualche modo, verificare la presenza di un decreto ingiuntivo. La via più celere è quella di richiedere una visura ipotecaria online, che consente, grazie ad un’ispezione in conservatoria, di poter analizzare se sono presenti o meno dei decreti ingiuntivi a nostro carico o riferiti ad un soggetto col quale vogliamo allacciare dei rapporti di natura commerciale.
La visura ipotecaria, infatti, non ha valenza solo in ambito immobiliare, utilizzata nelle trattative di compravendita di un immobile a tutela del venditore e dell’acquirente. Esiste, infatti, la visura ipotecaria legale, che risulta estremamente preziosa nell’ambito del recupero crediti e contenziosi legali.