Elementi di fissaggio: quali sono e a cosa servono
L’affidabilità di un macchinario, la sicurezza di una struttura portante o la precisione di un dispositivo elettronico: tutti questi fattori dipendono da un insieme di componenti spesso nascosti alla...
L’affidabilità di un macchinario, la sicurezza di una struttura portante o la precisione di un dispositivo elettronico: tutti questi fattori dipendono da un insieme di componenti spesso nascosti alla vista: gli elementi di fissaggio. Viti, bulloni, perni e rivetti permettono di unire materiali diversi in modo stabile, sopportando carichi statici e ciclici, vibrazioni, agenti atmosferici o aggressivi.
Individuare la soluzione corretta porta alla diminuzione dei costi di manutenzione e, soprattutto, a preservare l’incolumità di chi utilizza l’opera finita. Progettisti, responsabili di acquisto e tecnici di officina dovrebbero sempre effettuare le scelte più adatte alle rispettive esigenze, tenendo conto delle caratteristiche che contraddistinguono questi accessori.
Perché affidarsi a fornitori qualificati
Prima di entrare nel merito delle singole categorie, è opportuno evidenziare un punto importante, quello della collaborazione con realtà specializzate. Un fornitore esperto presidia tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla scelta dei componenti in acciaio al collaudo in laboratorio, assicurando tracciabilità completa.
L’azienda Vilux Viterie, ad esempio, opera da decenni nella produzione di viti, perni, rivetti, ribattini e particolari simili, sia standard sia realizzati su misura, riuscendo a soddisfare qualsiasi richiesta per vari settori, come automotive, elettrodomestico, carpenteria leggera, medicale e altri.
Tramite linee dedicate ad alto grado di automazione e controlli continui, si possono consegnare lotti con caratteristiche meccaniche costanti e finiture impeccabili. Il risultato consiste in assemblaggi affidabili fin dal primo montaggio, con evidenti vantaggi in termini di efficienza e riduzione degli scarti.
Le principali categorie di elementi di fissaggio
Il panorama degli elementi di collegamento comprende dispositivi adattati a materiali, geometrie e condizioni di esercizio differenti:
- viti – possono essere autofilettanti o autoperforanti, offrono versatilità e facilità di smontaggio. La testa può essere cilindrica, svasata, esagonale oppure flangiata, a seconda del serraggio desiderato e dello spazio disponibile;
- bulloni e dadi – uniscono parti che richiedono manutenzione periodica. Il dado abbinato distribuisce uniformemente lo sforzo lungo la filettatura, mentre eventuali rondelle di sicurezza impediscono l’allentamento sotto vibrazione;
- rivetti – perfetti quando l’accesso avviene da un solo lato del pezzo. Esistono versioni a strappo o strutturali, ideali per carpenteria leggera e veicoli commerciali;
- perni e spine – adatti a realizzare punti di rotazione. Il perno liscio funge da cardine, quello zigrinato blocca senza rotazione;
- rondelle – ripartiscono il carico sotto testa, proteggono la superficie e aumentano la superficie di appoggio. Le versioni dentellate o elastiche creano attrito aggiuntivo contro lo svitamento;
- ancoranti chimici o meccanici – consentono fissaggi sicuri al calcestruzzo, con resistenza elevata a trazione e taglio.
Conoscere le caratteristiche di tutti questi elementi permette di scegliere la soluzione più adatta all’ambiente di lavoro e alle prestazioni richieste.
I materiali e i trattamenti di superficie
Il materiale di base definisce alcuni aspetti essenziali nell’uso di questi accessori, come la resistenza meccanica e il comportamento alla corrosione:
- acciaio al carbonio – economico, lavorabile e indicato per ambienti interni asciutti;
- acciaio inossidabile – grazie al film passivante, sopporta umidità, agenti chimici e temperature elevate;
- leghe di alluminio – leggere, ottime per condurre calore, ideali in aeronautica e dispositivi portatili;
- leghe a base di rame o di ottone – ben lavorabili e dall’estetica gradevole, spesso impiegate in componenti di design o contatti elettrici.
Per aumentare la durata, si applicano trattamenti in superficie come zincatura a caldo o brunitura. Queste finiture riducono l’ossidazione, migliorano l’aderenza delle vernici e ottimizzano la coppia di serraggio. Si evitano così grippaggi in fase di smontaggio.
I settori di applicazione
Gli elementi di fissaggio risultano fondamentali in qualsiasi ambito produttivo. Nell’industria automotive, ad esempio, viti a flangia e dadi autobloccanti preservano il corretto serraggio dei motori, soggetti a vibrazioni e brusche variazioni termiche. Nel settore delle costruzioni, ancoranti certificati legano in modo sicuro piastre e mensole al calcestruzzo, per offrire resistenza a trazione e taglio elevati.
Sulle linee di assemblaggio degli elettrodomestici, viti autofilettanti con testa a esagono incassato possono velocizzare il montaggio su scocche in lamiera sottile, mentre nell’elettronica piccole viti in acciaio inossidabile uniscono circuiti stampati. Nell’arredo di design, infine, finiture cromate o colorate conferiscono pregio estetico, integrandosi armoniosamente con le linee dei prodotti.