TRENTO. L’orsa JJ4 è al centro di una controversia che coinvolge l’Ente Nazionale Protezione Animali, la Provincia di Trento e l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza di abbattimento dell’orsa l’8 aprile scorso, ma tale provvedimento è stato sospeso dal Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) proprio grazie al ricorso presentato dall’associazione Lav.
Secondo l’Ispra, JJ4 è uno degli orsi considerati problematici in Trentino insieme a due maschi, MJ5 e M62. Il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) contiene una tabella di riferimento che elenca i comportamenti problematici degli orsi ordinati secondo un indice di pericolosità e le possibili azioni da intraprendere. In particolare, per definire un orso problematico, è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali; il grado di problematicità aumenta quando ci sia una ripetizione di comportamenti potenzialmente pericolosi da parte dello stesso individuo. La valutazione dei comportamenti va condotta caso per caso, tenendo conto non solo della chiave interpretativa circa il grado di problematicità fornita dalla tabella.
JJ4, nata nel 2006, è stata identificata come l’orsa responsabile dell’attacco mortale ad Andrea Papi sul Monte Peller dello scorso 5 aprile. Secondo l’Ispra, l’animale era già stato coinvolto in tre eventi non mortali tra il 2020 e il 2022. Pertanto, la Provincia di Trento ha emanato l’ordinanza di rimozione dell’orso, con espresso richiamo alle competenze in materia di incolumità e sicurezza pubblica, che Ispra ha ritenuto coerente con le indicazioni del Pacobace.
Tuttavia, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha espresso la propria soddisfazione per la sospensiva del Tar di Trento sull’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4. Secondo Enpa, la sospensiva rappresenta indubbiamente uno spiraglio di luce, ma per JJ4, come per tutti gli altri orsi del Trentino, non si tratta ancora di uno scampato pericolo. L’organizzazione teme che, di fronte a questo evidente fallimento, qualcuno possa cercare una rivalsa e procedere comunque all’uccisione di JJ4, magari adducendo a pretesto una situazione di “comprovato” pericolo per il personale coinvolto nelle operazioni di cattura o per i residenti. In caso di uccisione dell’animale, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha dichiarato di procedere per il reato di uccisione di animali.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha anche espresso il proprio cordoglio per la morte di Andrea Papi e la propria solidarietà alla famiglia. Tuttavia, l’organizzazione ritiene che l’abbattimento di un animale non risolva il problema alla radice e che sia necessario adottare misure di prevenzione a lungo termine per evitare futuri incidenti tra gli orsi e la popolazione locale.
In Friuli Venezia Giulia, intanto, un allevatore ha espresso la propria furia nei confronti della Regione, accusandola di favorire la presenza di lupi e orsi. L’uomo, un imprenditore agricolo della pedemontana pordenonese, presidente dell’associazione agricoltori Medio Tagliamento, Erminio Barna ha affermato che se alla Regione piacciono tanto questi animali, dovrebbe tenerli in ufficio e coccolarli anziché provocare danni agli allevatori locali. Questo caso mostra la complessità della gestione della presenza degli orsi e dei lupi nelle aree abitate dall’uomo e la necessità di trovare un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la tutela delle attività umane.