Per i casinò online il 2025 è un anno di grande rivoluzione. Era da anno che l’Italia aveva in mente di regolamentare meglio il settore e adesso è riuscita a farlo. Il risultato è che è diventata molto competitiva a livello europeo. I migliori casinò online come BetAlice puntano a ottenere la licenza italiana per dimostrare di essere all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e di essere molto stabili finanziariamente.
In questo articolo, vediamo più nel dettaglio cosa cambia da quest’anno nel settore dei casinò online, perché il Governo ha deciso di adottare questi cambiamenti e cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni.
Una partecipazione record al bando ADM
Le domande potevano essere presentate fino al 30 maggio. Sono 46 gli operatori che hanno partecipato, un numero interessante dato che l’Italia si aspettava circa 40 domande in tutto. A quanto pare il mercato italiano è diventato più attraente ora che i costi sono aumentati, e non di poco. Aver aumentato il prezzo ha reso molto più competitiva la licenza italiana, tanto che i maggiori operatori vogliono ottenerla come segno di affidabilità per i propri utenti. Tanti gruppi internazionali hanno deciso di richiedere la licenza italiana e questo serve anche per aumentare la competizione tra le aziende nazionali e quelle internazionali.
L’11 giugno sono state aperte le buste e abbiamo avuto la conferma: sono state richieste in totale 52 concessioni. Sì, perché alcuni operatori hanno chiesto più di una licenza per poter operare con nicchie diverse, dallo sport al poker. Ogni operatore può ottenere al massimo 5 licenze secondo la nuova normativa. Insomma, è andata più che bene! Ci sono tutte le premesse per un grande salto in avanti da parte dell’Italia in questo settore, ci aspettiamo più stabilità grazie alle nuove normative.
Sette milioni a licenza: il nuovo prezzo e cosa include
Allora, le nuove concessioni dureranno 9 anni e non ci sarà il rinnovo automatico. Quindi, allo scadere della licenza, l’operatore dovrà inoltrare una nuova domanda e l’ADM rivaluterà se ci sono ancora tutti i requisiti per poterla ottenere. Certo, la somma non è affatto bassa, però include diverse cose:
- L’autorizzazione all’offerta di tutti i prodotti a distanza (scommesse sportive, casinò, poker, bingo)
- L’accesso al Sistema di controllo centralizzato ADM che è necessario per validare ogni transazione in tempo reale
Oltre alla somma da pagare all’ingresso, non è finita qui. Gli operatori devono anche versare un fisso ogni anno che equivale al 3% del loro Gross Gaming Revenue (GGR). Perché è stata fatta questa scelta? Perché l’Italia voleva assicurarsi di poter avere anche un ritorno annuale dalle concessioni rilasciate, così ha delle entrate passive stabili ogni anno, a seconda di quanto incassa l’operatore.
Quanto stima di guadagnare l’Italia
Se sommiamo le 52 domande in gara e consideriamo che ognuna costa 7 milioni di euro, il Tesoro stima un gettito immediato di 364 milioni di euro. La cifra è già nettamente al di sopra dei 350 milioni iscritti nel Documento programmatico di finanza pubblica e potrà salire se le domande effettive dovessero arrivare a 54 dato che bisogna ancora fare altre verifiche sull’ammissibilità.
In prospettiva, l’incasso una tantum rappresenta solo il primo livello di entrate. Il canone annuale legato al GGR, insieme alle imposte sul margine di gioco e agli investimenti obbligatori nelle campagne di gioco responsabile, offre un ulteriore margine fiscale che il Ministero dell’Economia ha quantificato in circa 90 milioni all’anno a regime. Certo, c’era bisogno di un po’ di risorse e l’Italia ha pensato bene di raccoglierle in questo modo. Una parte di queste entrate verranno utilizzate per finanziare la sanità e il Fondo per lo sport di base.
Effetti sul mercato digitale del gioco
L’aumento del prezzo di ingresso permette di selezionare gli operatori con dei bilanci solidi e con le tecnologie avanzate. Per il pubblico questo significa che le piattaforme saranno più sicure, ci saranno i controlli antimoney laundering rafforzati e ogni utente avrà anche a disposizione gli strumenti di autolimitazione.
Gli analisti di settore ritengono che:
- I brand internazionali porteranno dei prodotti verticali specializzati (fantasy sport, casinò live 4K)
- Gli operatori storici rilanceranno con delle campagne loyalty più aggressive per difendere le quote di mercato
Nel medio periodo si prevede una lieve concentrazione. Il tetto di cinque licenze per gruppo riduce il rischio di oligopolio, ma incoraggia le partnership strategiche tra i bookmaker e le software house. L’effetto domino toccherà anche l’affiliazione. I portali di comparazione dovranno adeguare i contratti di referral alle nuove regole ADM sui canali di promozione certificata.
Il passaggio alle nuove concessioni online segna un grande cambiamento nel settore del gioco pubblico. Pochi numeri bastano a raccontare l’impatto: 46 operatori, 52 licenze, 7 milioni l’una, 364 milioni di incasso immediato. Con un quadro regolatorio più chiaro e un’offerta sempre più digitale, il Governo punta a coniugare la crescita fiscale e la tutela dei consumatori. Resta ora da vedere quali marchi si aggiudicheranno le agognate licenze e come si ridisegnerà la mappa del gioco online in Italia nei prossimi nove anni.