Martedì pomeriggio, Trento è stata teatro di una manifestazione in difesa degli orsi, organizzata da Enrico Rizzi, noto influencer per i diritti degli animali. L’evento, che ha visto la partecipazione di circa un centinaio di persone, si è svolto dalla stazione ferroviaria fino a piazza Fiera. Tuttavia, quella che doveva essere una manifestazione pacifica si è trasformata in un problema legale per Rizzi.
La manifestazione e il corteo non autorizzato
Rizzi aveva ricevuto l’autorizzazione per il presidio in piazza Fiera, ma il corteo dalla stazione alla piazza non era stato autorizzato dalle autorità. Questo ha portato a una serie di complicazioni legali per l’influencer e i suoi sostenitori. La Questura di Trento ha deciso di identificare tutti i manifestanti poco prima che prendessero il treno per lasciare la città.
Le accuse e le conseguenze
Le autorità stanno attualmente valutando la denuncia contro Rizzi per la manifestazione non autorizzata. Inoltre, è emersa la possibilità che ai partecipanti possa essere emesso un provvedimento di divieto di ritorno a Trento. Le complicazioni sono aumentate anche a causa di un precedente episodio: Rizzi aveva già ricevuto l’ok per un presidio in piazza Fiera, ma non per il corteo. Il diniego era dovuto a una presunta accusa di danni alla porta della provincia di Trento a Roma, un’accusa che Rizzi ha definito infondata e che ha portato a una controdenuncia contro il vicario del Questore di Trento.
La reazione di Enrico Rizzi
In risposta alla denuncia, Rizzi ha pubblicato un post sui social, esprimendo il suo disappunto. “Capisco che con ogni probabilità la denuncia al Vicario del Questore di Trento per ‘falso in atto pubblico’ abbia probabilmente infastidito qualcuno. Tuttavia, aspetto con ansia la denuncia e l’eventuale foglio di via – ha scritto Rizzi. I giornalai trentini dovrebbero sapere che il ‘foglio di via’ può essere dato solo per gravissimi motivi e rischi per l’ordine alla sicurezza pubblica. In poche parole, la persona deve essere considerata ‘pericolosa’ tanto da dovergli vietare la libertà personale. Oggi non c’è stato nessuno scontro fisico, non sono state usate armi né danneggiati beni pubblici o privati”.
L’episodio ha sollevato un acceso dibattito su come le autorità gestiscono le manifestazioni e le sue conseguenze legali. Rizzi e i suoi sostenitori si preparano ora a rispondere alle accuse, mentre la Questura di Trento continua a esaminare la situazione per determinare i prossimi passi.
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