MESTRE – Si è svolta l’autopsia su Rizzotto, l’autista coinvolto nel tragico incidente d’autobus. La procura, per ora, ha deciso di mantenere riserbo su ogni dettaglio dell’esame post-mortem. Questa scelta lascia in sospeso non solo l’opinione pubblica, ma anche le parti offese, che non sono state coinvolte nel procedimento tramite propri legali o consulenti. L’esame autoptico è stato assegnato all’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova e “gli esiti non arriveranno in tempi brevi”. La procura ha chiesto che “tutte le perizie vengano eseguite contemporaneamente, nei limiti del possibile, senza privilegiare un indirizzo rispetto ad altri”. Il referto dell’autopsia, hanno riferito, è quindi «coperto da segreto investigativo», in questo modo non è possibile quindi confermare o meno se il conducente abbia avuto un malore come ipotizzato dalle autorità escludendo in prima battuta l’incendio a bordo prima della caduta dal cavalcavia. Un elemento che potrebbe fornire dati cruciali è la scatola nera dell’autobus. Questo dispositivo contiene immagini delle telecamere interne all’autobus, rivolte sia verso la strada davanti che verso i passeggeri. Tuttavia, per motivi sindacali, la scatola nera non contiene immagini direzionate verso l’autista, rendendo così impossibile verificare se Rizzotto abbia perso i sensi prima dell’incidente o se si sia comunque accasciato al volante. Secondo l’ad de La Linea, Massimo Fiorese, dai dati visionati e registrati sul “cloud” dell’azienda, lo scontro iniziale contro il guard rail sarebbe avvenuto a 36 chilometri orari, mentre quando si è avvicinato al “salto nel vuoto” era praticamente a passo d’uomo, ovvero 6 chilometri all’ora.
Prossime fasi delle indagini
Il funzionario Cherchi ha dichiarato che la scatola nera non è stata ancora aperta e che il fascicolo, per il momento, è “contro ignoti“. Ciò implica che nei prossimi giorni potrebbero emergere nuovi indagati. È cruciale anche l’analisi del telefono trovato vicino all’autista. Oltre alla scatola nera, altre fonti di informazione sono i filmati e le testimonianze. Uno di questi filmati, durato 34 secondi e divenuto ormai pubblico, mostra il bus salire su un cavalcavia, superare un altro bus fermo, e poi precipitare. L’autista del bus fermo ha riferito di aver visto “del fumo, o qualcosa di simile” sulla parte posteriore del mezzo poco prima del crollo.
Aspettative
Le indagini sono in una fase delicata. L’assenza di dati concreti alimenta la tensione e solleva domande sulle responsabilità legali e meccaniche che potrebbero aver contribuito all’incidente. La procura, adoperandosi con la massima scrupolosità, potrebbe presto fornire nuovi dettagli che aiuteranno a chiarire l’oscura vicenda che ha coinvolto Rizzotto e i passeggeri del tragico incidente.
L’autopsia su Rizzotto e l’apertura della scatola nera sono solo due dei numerosi tasselli che compongono l’indagine in corso. Con il tempo, e con un’analisi sempre più approfondita dei vari elementi a disposizione, si spera di giungere a una risposta definitiva su questo tragico evento.