Notizie a Nordest, frana la fiducia nei giornali: perché Veneto e Friuli scelgono l’online

Nel Nordest cala la fiducia nei giornali: Veneto e FVG si spostano online. Dossier con dati e intervista all’esperto Aldo Tosetto.

25 settembre 2025 10:01
Notizie a Nordest, frana la fiducia nei giornali: perché Veneto e Friuli scelgono l’online -
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UDINE – In Veneto e Friuli Venezia Giulia il pendolo dell’informazione si sta spostando con decisione: meno carta, più digitale. Non è solo un tema di abitudini: è una trasformazione culturale, economica e tecnologica che sta ridisegnando il rapporto tra cittadini e notizie. Il Nordest, laboratorio per vocazione, sta vivendo una fase in cui la fiducia nei giornali tradizionali arretra, mentre cresce l’affidamento alle piattaforme online, ai motori di ricerca e alle community social. In questo dossier analizziamo cause, dati e strategie per ricostruire un patto di credibilità, con una lunga intervista ad Aldo Tosetto, analista dei media e consulente di trasformazione digitale.

Un quadro che cambia: i numeri che contano

La convergenza delle ricerche più autorevoli indica due tendenze chiare. Da un lato, Internet è il primo mezzo di informazione per gli italiani, come certifica l’Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione dell’Agcom, con la rete che supera tv e stampa nelle abitudini di consumo quotidiano. Allo stesso tempo, una quota significativa di cittadini dichiara bassa fiducia nei contenuti veicolati sui social, segno che la migrazione all’online non equivale automaticamente a fidarsi di più ma piuttosto a cercare altrove.

Il Reuters Institute Digital News Report 2025 colloca l’Italia nel gruppo dei Paesi europei con livelli di fiducia più bassi nel sistema dell’informazione rispetto ai Paesi nordici: Francia, Italia e Spagna condividono questa dinamica, con platee più scettiche e più frammentate.

Nel Nord la lettura di giornali e riviste su Internet è più diffusa della media nazionale. Spicca il Friuli Venezia Giulia con oltre il 51% della popolazione che legge informazione online: è un dato che racconta la forte propensione digitale del territorio e fotografa il terreno su cui matura lo spostamento di attenzione dal cartaceo al web.

Parallelamente, i social media contano 42,2 milioni di identità attive in Italia (71,2% della popolazione a inizio 2025), a conferma di una platea connessa e potenzialmente raggiungibile dalle news via feed, messaggistica e video brevi.

Sul fronte dei quotidiani, i più recenti dati Audipress rilevano 11,3 milioni di lettori nel giorno medio (carta e digitale replica): una base ancora ampia, ma che si confronta con la capillarità degli accessi online e la loro immediatezza.

Perché nel Nordest la fiducia scivola

La fiducia non cala per un singolo motivo. Nel Nordest concorrono almeno cinque fattori:

  1. Sovraccarico informativo: l’“overload” spinge a selezionare il meno impegnativo, spesso titoli e post brevi, riducendo la profondità. Il fenomeno è collegato alla news avoidance (evitamento delle notizie) che cresce in molti Paesi e colpisce soprattutto i più giovani.

  2. Frammentazione delle fonti: tra ricerche, notifiche, aggregatori, messenger e creator, il percorso dell’utente è spezzettato; la marca del giornale pesa meno del contesto in cui si incontra la notizia.

  3. Algoritmi opachi: gli utenti vedono che ciò che appare nel feed non coincide con l’agenda dei giornali. La rilevanza è mediata da piattaforme terze, non sempre percepite come neutrali.

  4. Sospetto verso l’IA nelle redazioni: molte persone sono diffidenti verso contenuti generati o assistiti dall’intelligenza artificiale, specie su temi sensibili.

  5. Economia del locale: la pubblicità si sposta su social e motori, erodendo risorse alla cronaca di prossimità; quando i presidi territoriali si indeboliscono, anche la fiducia locale ne risente.

Veneto e FVG: utenti più digitali, aspettative più alte

In Veneto e FVG il cittadino informato è esigente: pretende rapidità, aggiornamenti continui, verifiche puntuali, servizi utili. L’utente entra dalla ricerca (per meteo, viabilità, allerte, bandi), scopre i contenuti dal passaparola digitale (gruppi WhatsApp, Facebook di quartiere) e si aspetta contestualizzazione locale: mappe, orari, contatti, micro-dati del comune, del quartiere, della scuola.

Il Censis segnala che nella dieta informativa degli italiani resistono i telegiornali, ma subito dietro ci sono Facebook, motori di ricerca e tv all news; i siti di informazione competono in un ambiente dove la scoperta avviene spesso fuori dalla home del giornale.

La spirale dell’istantaneità

Nel Nordest la competizione su tempo reale e video brevi produce tre conseguenze:

  • spinge a titolazioni ipertrofiche per emergere nel feed;

  • riduce gli spazi per inchieste e controllo dei fatti, che richiedono tempo e fondi;

  • alimenta aspettative di aggiornamenti h24, con rischio di errori e smentite tardive.

Il risultato è una percezione: “i giornali sbagliano” o “arrivano tardi”. Per ricostruire fiducia, l’errore non va negato: va documentato, corretto e spiegato.

Cosa chiede il lettore del Nordest

Tre richieste ricorrenti:

  • Trasparenza: come è stata verificata una notizia? Chi sono le fonti? Che cosa non si sa ancora?

  • Utilità: servizi e guide pratiche (allerta meteo, chiusure strade, orari sanità, bandi) aggiornati e indicizzati.

  • Prossimità: racconti iperalocali che parlano dei quartieri, con dati e voci del territorio.

Intervista ad Aldo Tosetto

Analista dei media, consulente per l’innovazione editoriale e docente a progetti di formazione sulla transizione digitale dell’informazione, Aldo Tosetto ha seguito piani di trasformazione e sviluppo audience per testate. Con lui entriamo nel merito delle fratture tra pubblico e giornali e delle strade per ricucirle.

«Perché la fiducia nei giornali scende proprio qui?»

D: Nel Nordest la diffidenza sembra più tagliente. Perché?
R (Aldo Tosetto): «Il Nordest è un territorio veloce, manifatturiero, orientato al problem solving. Il lettore vuole informazioni operative: cosa cambia domani su viabilità, lavoro, sanità territoriale. Quando trova titoli generici o notizie prese da agenzie senza contestualizzazione locale, si sente tradito. In parallelo, i canali digitali soddisfano la voglia di rapidità: notifiche, gruppi cittadini, pagine che offrono micro-aggiornamenti. Se la carta rallenta e il digitale del giornale non è servizievole, la fiducia scivola.»

«Social e messenger: opportunità o minaccia?»

D: Facebook, WhatsApp e Instagram sono la nuova piazza informativa del Nordest. È un rischio per i giornali?
R: «Sono una doppia opportunità. Da un lato intercettano pubblico che non aprirebbe un sito; dall’altro possono alimentare disinformazione e rumoristica. Il punto non è “social sì o no”, ma come presidiare quei luoghi: con regole editoriali, moderatione, metriche di qualità. E soprattutto con un tono adatto al mezzo, senza rinunciare alla verifica

«IA in redazione: dove si rompe la fiducia?»

D: Molti lettori sono diffidenti verso l’IA applicata alle news. Come si risponde?
R: «Con trasparenza. L’IA è uno strumento: assistenza al fact-checking, suggerimenti per tag e metadati, traduzioni. Va detto chiaramente dove entra nel flusso e dove no. Le scelte editoriali e la verifica restano umane. Se non lo spieghi, l’utente pensa a testi anonimi e intercambiabili, e la fiducia crolla.»

«Che cosa non funziona nei quotidiani locali?»

D: Facciamo autocritica. Dove sbagliano i giornali del territorio?
R: «Tre punti:

  1. Scarsa spiegazione dei processi: il lettore non sa come lavoriamo.

  2. Poca usabilità: siti lenti, pubblicità invasive, newsletter non segmentate.

  3. Debolezza sui dati locali: mancano mappe e dashboard utili per quartieri, scuole, sanità, trasporti. Il lettore vuole strumenti, non solo narrazione

«Che cosa funziona davvero per riconquistare fiducia?»

D: Strategie concrete?
R: «Ne elenco cinque:

  • Carta dei metodi: una pagina fissa che spiega come verifichiamo, con log delle correzioni.

  • Verticali locali: sezioni tematiche molto chiare (scuola, sanità territoriale, lavoro) con guide aggiornate.

  • Newsletter a percorso: non solo “tutto il giorno”, ma serie su temi utili (es. allerta meteo o bandi), con CTA chiare.

  • Canali WhatsApp ufficiali: aggiornamenti brevi, tracciabili, link a contenuti approfonditi.

  • Coinvolgimento misurato: sondaggi, call per documenti e segnalazioni, con follow-up pubblico su cosa abbiamo fatto con quei contributi.»

«Come evitare l’effetto megafono dei comunicati?»

D: Il lettore riconosce i comunicati riscritti.
R: «Bisogna tagliare l’inerzia. Ogni nota stampa deve rispondere a tre domande: perché ora? cosa cambia per me? dove trovo i servizi? Se non c’è valore aggiunto, meglio non pubblicare o trattare come notizia minore. La selezione è parte della qualità

«Misurare la fiducia: è possibile?»

D: Non si migliora ciò che non si misura.
R: «Si può e si deve. Propongo un Trust Score interno:

  • Tempo alla correzione di un errore;

  • Percentuale di articoli con fonti esplicitate;

  • Tasso di risposta alle segnalazioni dei lettori;

  • Reclami risolti;

  • Chiarezza dei titoli (misurabile con test A/B e sondaggi).
    Questo diventa KPI di redazione, non solo di marketing.»

«Paywall e abitudini del Nordest: come si conciliano?»

D: Le persone cercano gratis. Come sostenere il lavoro?
R: «Il modello è ibrido: freemium con contenuti servizio aperti e approfondimenti a valore in abbonamento. In più, membership con vantaggi locali (eventi, incontri con la redazione, anteprime di report territoriali). Nel Nordest funziona ciò che è concreto e misurabile

«Qual è il ruolo dei dati pubblici locali?»

D: Open data e trasparenza istituzionale possono aiutare?
R: «Sono oro se li rendi leggibili. Prendiamo sanità, scuola, trasporti: tabelle aperte ci sono, ma spesso sono inaccessibili all’utente comune. Un giornale che costruisce mappe interattive, filtri per comune e notifiche su variazioni diventa indispensabile

«Inchieste e tempo lungo: hanno ancora spazio?»

D: Nel flusso continuo, l’inchiesta rischia di perdersi.
R: «Serve programmazione: una al mese, su temi ad alta utilità (sicurezza idrogeologica, sanità territoriale, trasporti). Non solo denunce, ma soluzioni e confronto tecnico. L’inchiesta diventa pilastro reputazionale.»

«Cosa direbbe a un editore del Nordest che vuole invertire la rotta?»

D: Un consiglio finale.
R: «Partite da trasparenza, servizi e prossimità. Aggiungete ascolto strutturato e prodotti editoriali calibrati sui bisogni reali del territorio. La fiducia non si chiede: si guadagna giorno per giorno.»

Le tre faglie aperte (e come sanarle)

1) Fiducia vs scoperta algoritmica

Molti lettori incontrano le notizie fuori dalle home page, via ricerche e feed. Se il primo contatto è un abstract su social o un card su un aggregatore, il valore del brand si diluisce.
Soluzione: metadati accurati (titolo, sommario, schema), snippet che promettono ma non esauriscono, landing leggibili e veloci, paragrafi iniziali che chiariscono fatti, fonti, cosa si sa e cosa no.

2) Overload vs utilità

L’utente del Nordest è multi-tasking e tende a “skippare”.
Soluzione: segmentare i prodotti: breaking (brevi), explainers (5 domande/5 risposte), guide operative (bandi, mobilità, meteo), longform di contesto. Ogni formato ha obiettivo e metrica dedicati.

3) Scetticismo verso l’IA

Il lettore teme contenuti standardizzati.
Soluzione: etichettatura chiara quando strumenti di IA sono usati per traduzioni, trascrizioni, pulizia dati; no all’uso in autonomia su temi sensibili. Rendere pubblico un registro degli aggiornamenti e delle correzioni.

Veneto–FVG, la geografia di una domanda nuova

Il Veneto esprime bacini urbani dinamici (Venezia, Padova, Treviso, Verona, Vicenza) con audience abituate a servizi digitali e a comunità attivissime sui social di quartiere. Il FVG, più compatto, è tra le regioni con la quota maggiore di lettori di informazione online, e un tessuto di associazioni e istituzioni che produce documenti e dati utilizzabili in chiave giornalistica: è un patrimonio da tradurre in dashboard e mappe per i cittadini.

L’ecosistema delle notizie brevi

Nel Nordest si consuma informazione a micro-dosi: reel, storie, post di creator. Il Reuters Digital News Report evidenzia la crescita delle personalità come canali di scoperta e l’aumento dell’evitamento delle news per stanchezza e negatività. Questo impone ai giornali di adottare un linguaggio chiaro, titoli coerenti con il contenuto, grafici facili, box di servizio e link interni espliciti. (ODG)

Strategie operative per ricostruire fiducia

Governance editoriale

  • Carta dei metodi: pagina permanente con processo di verifica, fonti, correzioni e policy conflitti di interesse.

  • Audit trimestrale della qualità: campionamento articoli, check di fonti e correttezza.

  • Formazione continua su fact-checking, dati e scrittura chiara.

Prodotto e user experience

  • Velocità: pagine leggere, lazy load, pubblicità meno intrusiva.

  • Accessibilità: tipografia leggibile, contrasto, didascalie esplicative.

  • Ricerca interna efficace, tag coerenti, archivi navigabili.

Servizi locali a valore

  • Allerte e viabilità in tempo reale;

  • Guide su sanità territoriale (posti, orari, prenotazioni), scuola (iscrizioni, open day), lavoro (bandi, corsi);

  • Mappe interattive per quartiere/comune con filtri e notifiche.

Community e canali

  • Newsletter segmentate per città/tema;

  • Canali WhatsApp ufficiali, con moderazione e policy commenti;

  • Eventi dal vivo e Q&A periodici con redazione e esperti.

Misurare (e mostrare) il miglioramento

  • Tempo alla correzione; percentuale di articoli con fonti; risposte alle segnalazioni; soddisfazione post-lettura; retention delle newsletter. Pubblicare un cruscotto mensile visibile a tutti.

Come si informa oggi il Nordest (e perché i giornali devono adattarsi)

Gli utenti entrano dalle ricerche per domande specifiche, restano se trovano utilità e chiarezza, tornano se vedono coerenza e affidabilità. L’Agcom certifica la centralità della rete nel consumo informativo e la diffidenza verso i social come fonte; ISTAT conferma che nel Nord la lettura online è più diffusa, con FVG tra i primi territori. Censis fotografa un menù in cui telegiornali e Facebook convivono con i motori di ricerca e i siti d’informazione, in un equilibrio precario che dipende da usabilità, trasparenza e servizio.

Un patto nuovo con i lettori

Trasparenza che si vede

Ogni articolo dovrebbe dichiarare cosa è stato verificato, come, da chi e quando. Un registro pubblico delle correzioni dimostra che la testata impara dagli errori.

Lingua, titoli, visual

Titoli che non promettono ciò che il testo non mantiene; sottotitoli che anticipano contesto; box con numeri e fonti; grafici leggeri. Foto pertinenti, con credit e luogo.

Servizi iperlocali

L’informazione del Nordest si gioca sul dettaglio: un numero verde, l’indirizzo giusto, la mappa precisa. È qui che si costruisce la reputazione quotidiana.

Case di studio (modello applicabile al Nordest)

Allerte meteo e viabilità

Un hub che integra bollettini regionali, mappe di chiusure e aggiornamenti real time: utile, indicizzabile, condivisibile. Ogni aggiornamento porta timestamp e link a fonti ufficiali.

Sanità territoriale

Sezione sanità con tempi di prenotazione, faq, percorsi per cittadini fragili, contatti per distretto: la testata diventa strumento.

Scuola e università

Guide su iscrizioni, borse di studio, open day, trasporti. Newsletter stagionale (settembre e gennaio) e canale WhatsApp di promemoria.

Il ruolo della pubblicità (e perché non basta)

La pubblicità digitale resta fondamentale, ma non può imporre formati invadenti. Meglio puntare su sponsorizzazioni di verticali utili (mobilità, salute, scuola), eventi e servizi a pagamento a valore (report, survey, annunci locali qualificati).

Il fattore umano

La fiducia si costruisce con firme riconoscibili, rubriche stabili, presenza sul territorio. Il giornale del Nordest non è un’anonima fabbrica di pezzi: è una squadra che si fa vedere, ascolta e risponde.

Dal calo alla ricostruzione

Il calo di fiducia nei giornali del Nordest non è una sentenza: è un segnale. Dice che il pubblico vuole fonti credibili, servizi concreti, trasparenza sui processi e formati in linea con le nuove abitudini. Le ricerche internazionali confermano lo spostamento verso l’online e la frammentazione dell’attenzione; i dati nazionali mostrano che nel Nord – e in FVG in particolare – la lettura di informazione digitale è già matura.

La strada per riconquistare fiducia è chiara: metodi espliciti, qualità verificabile, servizi che risolvono problemi reali, prodotti pensati per il territorio e ascolto continuo. È un patto che non si proclama: si dimostra ogni giorno, articolo dopo articolo.

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