Morte attribuita a infarto, in realtà era overdose di Nitazeni: giallo risolto un anno dopo
28enne di Brunico morto per arresto cardiaco nel 2024, in realtà era un overdose da Nitazeni.
BOLZANO – È stata una morte inizialmente attribuita a un arresto cardiocircolatorio quella di un giovane di 28 anni di Brunico, ma le successive indagini hanno rivelato una verità più inquietante: si trattava di un’overdose da oppioidi sintetici, una sostanza appartenente alla nuova famiglia dei Nitazeni, ancora poco conosciuta ma estremamente potente e letale.
Le indagini dei Carabinieri
L’episodio risale al 10 settembre 2024, quando il giovane è stato trovato privo di vita all’interno di un’azienda locale.
Durante i rilievi, le Forze dell’Ordine hanno rinvenuto frammenti di carta stagnola utilizzati per il consumo di sostanze stupefacenti. Gli esami tossicologici e le successive analisi del R.I.S. di Roma hanno poi accertato la presenza nel sangue della vittima di protonitazepina (protonizapene), un oppioide sintetico di ultima generazione, più potente del fentanyl e difficile da rilevare nei comuni esami clinici.
L’arresto del presunto fornitore
Grazie a un’articolata indagine coordinata dalla Procura di Bolzano, i Carabinieri della Compagnia locale sono riusciti a individuare e arrestare un 29enne ritenuto responsabile di aver ceduto la sostanza che ha provocato la morte del giovane.
L’uomo, secondo quanto ricostruito, acquistava i Nitazeni online utilizzando criptovalute per evitare la tracciabilità e riceveva la droga in plichi postali spediti da diversi Paesi europei.
Le perquisizioni hanno portato al sequestro di vari pacchi contenenti oppioidi sintetici, riconducibili allo stesso canale di approvvigionamento.
Una sostanza ad altissimo rischio
Le indagini hanno evidenziato come anche una dose minima di Nitazeni possa provocare gravi alterazioni cardiache e aritmie fatali. Si tratta di droghe economiche, potenti e facili da reperire, spesso vendute anche su normali siti web esteri, non solo nel dark web.
Il caso di Bolzano rappresenta la prima conferma ufficiale della presenza di queste sostanze nel sangue di una vittima in Alto Adige, segnalando l’emergere di un fenomeno nuovo e preoccupante nel panorama dello spaccio di oppiacei sintetici.
Un fenomeno in espansione
Secondo gli investigatori, il traffico di Nitazeni e altri oppioidi di sintesi rappresenta una nuova frontiera del mercato illegale delle droghe, favorita dalla facilità di acquisto online e dalla difficoltà di intercettazione nei controlli tradizionali.
L’operazione condotta dai Carabinieri ha permesso di interrompere un canale di distribuzione internazionale, ma gli inquirenti mantengono alta l’attenzione su possibili nuovi flussi di sostanze analoghe in arrivo sul territorio.