Patologie per indennità di accompagnamento: esempi concreti e criteri di valutazione della non autosufficienza
Guida completa su criteri, esempi clinici e valutazione della non autosufficienza per richiedere l’accompagnamento.
L’indennità di accompagnamento rappresenta una prestazione economica riconosciuta dallo Stato italiano a persone affette da invalidità totale e permanente che non siano in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita, o che necessitino di assistenza continua.
Il riconoscimento di tale diritto è subordinato a una valutazione medico-legale approfondita, condotta da commissioni dedicate, che analizzano la documentazione clinica e le effettive condizioni funzionali del richiedente.
La valutazione della non autosufficienza: ADL e IADL
Per stabilire se una persona è effettivamente non autosufficiente, le commissioni medico-legali si basano su parametri riconosciuti a livello internazionale: le ADL (Activities of Daily Living) e le IADL (Instrumental Activities of Daily Living).
Le ADL comprendono le attività di base necessarie per la cura personale, e rappresentano i criteri fondamentali per valutare l’autonomia funzionale. Esse includono:
● lavarsi e mantenere l’igiene personale (fondamentale per questi motivi);
● vestirsi;
● spostarsi e mantenere la mobilità;
● alimentarsi;
● continenza.
Le IADL, invece, rappresentano le operazioni più complesse che permettono una vita indipendente all’interno della comunità. Esse comprendono:
● gestione dei farmaci;
● gestione del denaro e delle spese domestiche;
● uso dei mezzi di trasporto o del telefono;
● cucinare e gestire la casa.
La perdita di autonomia in una o più ADL costituisce il criterio principale per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, mentre le IADL vengono considerate a supporto, per definire il grado complessivo di autonomia residua.
Quali sono le patologie maggiormente associate all’indennità di accompagnamento
Le patologie che possono condurre a una condizione di non autosufficienza sono molteplici e di diversa natura.
È possibile individuare alcuni cluster patologici in cui il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento è più frequente, in base alla gravità e all’impatto funzionale della malattia.
Patologie neurologiche
Le malattie del sistema nervoso centrale e periferico rappresentano una delle cause più frequenti di non autosufficienza. Tra le principali condizioni:
● Malattia di Alzheimer e altre forme di demenza: comportano deterioramento cognitivo progressivo, perdita della memoria, disorientamento spazio-temporale e incapacità di gestire autonomamente le attività quotidiane;
● Morbo di Parkinson in fase avanzata: determina rigidità, tremori, lentezza dei movimenti e cadute frequenti, compromettendo la deambulazione e la capacità di vestirsi o alimentarsi;
● Sclerosi multipla nelle forme evolutive: può causare paraplegia, deficit motori gravi, incontinenza e necessità di assistenza continua;
● Esiti di ictus cerebrale (ictus ischemico o emorragico): possono lasciare deficit motori o cognitivi permanenti, afasia, emiparesi o incapacità di compiere le ADL;
● SLA (sclerosi laterale amiotrofica): comporta la perdita progressiva della motricità volontaria, fino alla paralisi e alla dipendenza totale dall’assistenza.
Patologie psichiatriche
Le patologie di natura psichica possono anch’esse comportare grave compromissione della capacità di cura personale e di gestione autonoma della vita:
● Schizofrenia cronica con disturbi del comportamento, disorganizzazione del pensiero e incapacità di riconoscere i propri bisogni primari;
● Disturbi bipolari gravi nelle fasi depressive o maniacali, quando compromettono la capacità di alimentarsi, curarsi o mantenere relazioni sociali minime;
● Ritardo mentale grave o profondo, congenito o acquisito, che limita la comprensione e l’autonomia funzionale;
● Disturbi demenziali di origine psichiatrica, come la demenza frontotemporale, che alterano la capacità di giudizio e la consapevolezza del pericolo.
Patologie oncologiche
Le neoplasie maligne in fase avanzata rappresentano un’altra importante categoria.
In questi casi, la valutazione medico-legale tiene conto non solo della diagnosi, ma anche della fase evolutiva della malattia e delle condizioni generali del paziente.
Esempi significativi includono:
● Tumori solidi metastatizzati (polmone, pancreas, mammella, colon, prostata, fegato);
● Neoplasie ematologiche (leucemie, linfomi, mieloma multiplo) in stadio avanzato o refrattario ai trattamenti;
● Pazienti in trattamento palliativo o in condizioni di cachessia neoplastica, in cui la perdita di peso e forza muscolare impedisce le attività di base.
Patologie cardiopolmonari
Le malattie croniche dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio possono determinare una grave riduzione dell’autonomia per dispnea, affaticamento e ridotta tolleranza allo sforzo, rendendo necessario il supporto di un caregiver familiare:
● Scompenso cardiaco congestizio in classe NYHA IV, con necessità di ossigenoterapia o frequenti ricoveri;
● BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) in fase terminale, con insufficienza respiratoria cronica e utilizzo di ventilazione non invasiva;
● Cardiopatie ischemiche o valvolari avanzate che limitano la deambulazione anche per pochi metri;
● Ipertensione polmonare severa e fibrosi polmonare con gravi limitazioni funzionali.
5. Patologie sensoriali e visive
Alcune condizioni sensoriali possono determinare un importante deficit di autonomia:
● Cecità assoluta o residua visiva inferiore a 1/20, che impedisce la gestione autonoma degli spostamenti e delle attività quotidiane;
● Sordità bilaterale profonda associata a deficit cognitivi o motori, che ostacola la comunicazione e l’interazione sociale;
● Patologie dell’equilibrio o vestibolari gravi che determinano cadute frequenti e incapacità di muoversi in sicurezza.
Il ruolo della documentazione clinica e della valutazione individuale
È fondamentale sottolineare che ogni caso è valutato individualmente, motivo per cui è consigliabile rivolgersi a dei professionisti. In caso di mancata accettazione della domanda, approfondisci qui come presentare ricorso.
Non è la semplice diagnosi a determinare il diritto all’indennità di accompagnamento, bensì l’effettivo grado di non autosufficienza funzionale.
Le commissioni medico-legali dell’INPS e delle ASL esaminano la documentazione clinica aggiornata, i referti specialistici, i verbali di ricovero e, se necessario, effettuano visite dirette per verificare la capacità del richiedente di svolgere le ADL e le IADL.
Pertanto, anche due persone affette dalla stessa patologia possono ricevere valutazioni differenti, in base alla severità del quadro clinico, all’età, alla presenza di comorbilità e all’efficacia delle terapie in corso.