Violenti scontri nel nord della Siria: oltre 100 combattenti uccisi
Nel corso degli ultimi due giorni si sono verificati violenti scontri nel nord della Siria tra i combattenti filoturchi e le milizie curdo-arabe, con un bilancio di oltre 100 morti. Secondo quanto dichiarato da Rami Abdel Rahmane, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattimenti intorno alla città di Manbij hanno provocato 101 vittime, di cui 85 appartenenti ai gruppi filoturchi e 16 alle Forze democratiche siriane (Sdf). Quest’ultime hanno respinto gli attacchi dei mercenari turchi supportati dai droni e dall’Aeronautica turca.
Offensiva dei combattenti filoturchi contro le forze curde
I combattenti filoturchi hanno intensificato l’offensiva contro le forze curde dopo l’inizio delle ostilità dei ribelli contro il regime di Damasco il 27 novembre. Finora hanno conquistato Manbij e Tal Rifaat, situati nella parte settentrionale della provincia di Aleppo. Secondo il direttore dell’ong con sede a Londra, l’obiettivo attuale è prendere le città di Kobane e Tabaqa, per poi procedere fino a Raqqa al fine di espellere le Sdf da tutto il territorio che controllano. Ankara considera le forze curde siriane come un’estensione del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e teme la formazione di una regione indipendente tra il nord della Siria, il sudest della Turchia e il nord dell’Iraq.
Esplosioni a Damasco: presunti raid israeliani su depositi di armi
Oggi sono state registrate almeno due forti esplosioni a Damasco, dove sembrerebbero essere stati colpiti depositi di munizioni appartenenti al regime di Bashar al-Assad. Secondo fonti locali, le esplosioni potrebbero essere state causate da raid aerei condotti da Israele.