"Treviso dice basta alla violenza giovanile": un flash mob per chiedere più sicurezza e giustizia
Treviso scende in piazza contro la violenza giovanile: famiglie e istituzioni chiedono prevenzione e norme più efficaci
TREVISO - "Treviso dice basta alla violenza giovanile" e lo fa con un messaggio forte, corale e partecipato. Nel cuore della città, davanti a Porta San Tomaso, si è svolto ieri, 20 dicembre, un flash mob promosso dalle famiglie dei quattro ragazzi aggrediti lo scorso 6 dicembre 2025.
Un appuntamento sentito, che ha acceso i riflettori su prevenzione, educazione, responsabilità condivisa e sulla necessità di una revisione delle norme che regolano misure restrittive e pene.
Famiglie delle vittime, cittadini e istituzioni riuniti
L’iniziativa, iniziata alle 18:30, ha visto la presenza delle famiglie delle vittime, del sindaco di Treviso Mario Conte, della consigliera regionale con delega alle politiche giovanili Morena Martini, oltre a rappresentanti istituzionali, forze politiche e cittadini.
Presente anche la famiglia del giovane di Castelfranco Veneto rimasto vittima di un’aggressione a Roma, sempre nella stessa notte tra il 6 e il 7 dicembre.
La piazza si è trasformata in uno spazio di ascolto e confronto, dove il dolore si è unito alla richiesta concreta di azioni immediate e di una strategia strutturata per contrastare un fenomeno che non può più essere ignorato.
Daspo Willy insufficiente
Uno dei temi centrali emersi riguarda il Daspo Willy, applicato in giornata agli aggressori dal Questore di Treviso insieme ad altre misure come il foglio di via e l’ammonimento. Per i genitori, però, questi strumenti non bastano. La richiesta è chiara: inasprire le misure restrittive nei confronti di chi compie atti violenti e garantire una maggiore certezza della pena, soprattutto quando si parla di agguati ai danni dei cittadini.
Nel corso della serata è stata espressa anche solidarietà al giovane ventiseienne aggredito nel sottopasso della stazione ferroviaria e al direttore responsabile di Antenna 3 Luigi Bacialli, vittima di un’aggressione in via Cornarotta.
Episodi che rafforzano la percezione di un disagio diffuso e crescente.
Accanto alla richiesta di norme più efficaci, le famiglie hanno sottolineato l’urgenza di un piano a lungo termine che punti su educazione e rieducazione. Scuole, oratori e centri di aggregazione giovanile vengono indicati come luoghi fondamentali per prevenire il disagio e favorire la reintroduzione dei minori violenti nella società.
Le testimonianze dei genitori dei ragazzi aggrediti
Particolarmente intenso il momento dedicato alle testimonianze, lette da cinque cittadini trevigiani di diverse generazioni. Le parole dei genitori dei ragazzi aggrediti e del giovane colpito a Roma hanno coinvolto profondamente il pubblico, trasformando il flash mob in un’occasione di riflessione collettiva.
A seguire, sono intervenuti la consigliera regionale Morena Martini, che ha portato i saluti del presidente della Regione Veneto Alberto Stefani e dell’assessore alle politiche sociali Paola Roma, e il sindaco Mario Conte, ribadendo la vicinanza delle istituzioni e l’impegno sul tema.
Nel documento diffuso al termine dell’evento, i genitori delle vittime hanno ringraziato la politica per la presenza e l’ascolto, chiedendo che le loro richieste vengano tradotte in atti concreti. Dal superamento del decreto Caivano alla prevenzione, fino alla riabilitazione dei giovani responsabili di violenza, senza però rinunciare a una pena proporzionata e certa.
Un flash mob per mettere il focus su sicurezza, educazione e prevenzione della violenza
Il flash mob si è concluso con i ringraziamenti a cittadini, volontari, forze politiche e media che stanno mantenendo alta l’attenzione su un tema che riguarda non solo Treviso, ma tutte le città italiane. Un segnale forte, che chiede risposte immediate e una visione condivisa per contrastare il disagio sociale e restituire sicurezza alla comunità.