Trieste diventa voce e memoria nello speciale Rai “Bambini senza nome”

Trieste fa da cornice allo speciale Rai “Bambini senza nome”, dedicato ai servizi vincitori del Premio Luchetta.

17 dicembre 2025 10:03
Trieste diventa voce e memoria nello speciale Rai “Bambini senza nome” -
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TRIESTE – Città viva, luminosa e profondamente simbolica, Trieste si trasforma in una quinta suggestiva e carica di significati per “Bambini senza nome”, lo speciale Rai dedicato ai servizi vincitori della 22ª edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta. Un documento intenso, ora disponibile su RaiPlay, che intreccia luoghi e memorie del capoluogo giuliano alle storie di bambine e bambini vittime di guerre, sfruttamento e violenze, restituendo loro una voce che spesso è stata negata o cancellata per sempre.

Trieste come spazio di dialogo e memoria

C’è un filo profondo che lega i molteplici volti di Trieste, città di confine e di incontro, crocevia di culture, religioni e storie, a quelli dei piccoli protagonisti dei reportage premiati. È l’impegno condiviso a trasformare le parole disarmate in uno strumento di pace, giustizia e responsabilità, soprattutto quando al centro ci sono le vittime più fragili.

“Bambini senza nome”, produzione Rai condotta dalla giornalista Manuela Moreno, con il contributo speciale di Flavio Insinna nel ruolo di narratore e interprete di poesie legate ai temi affrontati, ha fatto di Trieste una custode delle storie arrivate da ogni parte del mondo.

I luoghi simbolo diventano testimoni

Il racconto prende forma attraverso scenari fortemente evocativi: il porto, piazza Unità d’Italia, la Kleine Berlin, la Grotta Gigante, il Teatro Stabile Sloveno, la centrale idrodinamica del Porto Vecchio, il campo profughi di Padriciano e il castello di San Giusto. Spazi che hanno accolto le testimonianze di giornaliste e giornalisti capaci di portare alla luce realtà spesso dimenticate, provenienti da contesti di guerra, migrazione forzata e sfruttamento.

Le riprese diurne e notturne, arricchite da immagini aeree suggestive, scorci inediti e luoghi poco conosciuti al grande pubblico, restituiscono l’immagine di una città che non si limita a ricordare, ma che sa denunciare la crudeltà, l’ingiustizia e la disumanizzazione.

Il racconto di Manuela Moreno

Nel corso dello speciale, Manuela Moreno, volto noto del giornalismo Rai, attraversa fisicamente e simbolicamente i luoghi della memoria triestina. Visita le gallerie antiaeree, sale sul palcoscenico del Teatro Stabile Sloveno, entra nel campo profughi di Padriciano, percorre i cunicoli della Kleine Berlin, complesso sotterraneo costruito durante la Seconda guerra mondiale.

La giornalista sale anche a bordo del rimorchiatore Centurion, grazie alla collaborazione con la Tripmare della famiglia Cattaruzza, aggiungendo un ulteriore tassello a un racconto che intreccia passato e presente. La sua narrazione, insieme alle voci delle colleghe e dei colleghi premiati, richiama con forza il ruolo etico del giornalismo.

Un monito che parte da una città di pace

Da Trieste, città che conserva nei suoi luoghi le ferite di conflitti, migrazioni e violazioni dei diritti, si leva un messaggio chiaro: chi fa informazione non deve smettere di oltrepassare quella linea rossa che, in contesti come Gaza, è apparsa tragicamente invalicabile per il giornalismo.

«Trieste è una città che ci accoglie viva, piena di luce e in pace», ha affermato Manuela Moreno, intervistando Daniela Schifani Corfini Luchetta, presidente della Fondazione, e Marco Damilano, presidente della giuria del Premio. Quest’ultimo ha ribadito il valore e la responsabilità delle parole: «Quelle disarmate sono un atto di pace e di giustizia quando sono al servizio delle vittime, soprattutto se bambini».

Dati di ascolto e disponibilità su RaiPlay

“Bambini senza nome 2025”, diretto da Ciro D’Aniello e scritto da Anna Migotto, ha ottenuto ottimi risultati alla messa in onda su Rai1 di sabato 6 dicembre. Lo speciale ha raccolto 569 mila spettatori, raggiungendo il 17,7% di share e segnando il miglior risultato nella fascia di competenza.

In attesa di nuove repliche televisive, il programma è ora disponibile su RaiPlay, consentendo a un pubblico ancora più ampio di entrare in contatto con queste storie di dolore, dignità e coraggio.

Collaborazioni e sostegno al progetto

Alla realizzazione dello speciale hanno contribuito numerose realtà del territorio: il Comune di Trieste, la famiglia Cattaruzza e l’equipaggio del rimorchiatore Centurion, la FVG Film Commission, PromoTurismo FVG, il Teatro Stabile Sloveno / Slovensko Stalno Gledališče, il Club Alpino Triestino, l’Unione degli Istriani e il Museo di Carattere Nazionale Crp Padriciano. Un lavoro corale che rafforza il valore culturale e civile di un progetto capace di unire giornalismo, memoria e impegno umano.

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