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E così hanno iniziato lo “scempio”: usa questa parola il Comitato “Salviamo viale Venezia” per definire quanto sta accadendo da questa mattina in viale Venezia all’altezza della futura rotonda (incrocio via Ternova). Gli undici alberi ai quali i componenti del Comitato si erano legati a inizio anno, e ai quali avevano simbolicamente dato il nome di alcuni cavalieri della tavola rotonda, vengono tagliati, in spregio agli esposti presentati e ai ricorsi al Tar ancora pendenti. Sugli alberi in corso di abbattimento non sono state eseguite le analisi indispensabili approfondite, come spiega il professionista forestale Angelo Tosolini contattato dal Comitato a valutare la relazione di parte (Lidl) del forestale De Mezzo.
La settimana scorsa il Comitato aveva chiamato la forza pubblica in concomitanza con l’avvio dei lavori per la rotonda. “Ci chiediamo com’è possibile che, a fronte della corposa documentazione presentata, la Procura stia ancora dormendo (mentre non dorme se si tratta di citare in giudizio le persone per una parola o una frase!). Avevamo chiesto un appuntamento al Procuratore ma, visto che qui il cittadino senza avvocato non viene ricevuto, abbiamo la sensazione che certe strutture di potere non debbano essere intaccate e quindi su alcune persone semplicemente non si vuole indagare, voto di scambio docet. Questa è la sensazione….che sfiora il pensiero anche di qualche ipotesi d’omissione d’atti d’ufficio alla luce dell’andamento”, rende noto la portavoce e referente del Comitato Irene Giurovich.
“Avevamo incontrato anche il dottore forestale Angelo Tosolini che ci aveva detto chiaramente che su quegli alberi non sono state fatte analisi approfondite sulle condizioni di salute, vale a dire sulle condizioni vegetative, sulla pericolosità individuando una classe di propensione al cedimento, e infine sul rischio, identificando tutti i possibili bersagli e dunque dando un valore alla vulnerabilità dei luoghi”, a tal proposito è il forestale Tosolini a prendere la parola e dichiarare: “Mancano le prove strumentali su questi alberi, essenziali nelle situazioni più delicate: per evitare malumori è saggio eseguire almeno le necessarie tomografie soniche per stabilire il grado di rigidità del legno e, con un budget appena superiore, anche una prova di trazione (non penso che alla LIDL manchino le risorse) per capire la resistenza residua degli apparati radicali; avendo letto la relazione presentata da LIDL, nonostante manchi un protocollo nazionale sulle valutazioni di rischio arboreo di appoggio a noi professionisti, il documento presentato da LIDL non può essere definito una valutazione completa, è più simile ad una richiesta di abbattimento, senza particolari giustificazioni tecnico scientifiche che possano fare chiarezza sulle condizioni fitostatiche, sullo stato delle zolle radicali, sul fattore di danno, sul fattore di contatto, sulla valutazione del rischio e sulla sua gestione. Abbattere i platani perché potenzialmente potrebbero ammalarsi di cancro colorato come premessa, dovrebbe, secondo questa logica, portare all’immediato abbattimento di tutti i platani del mondo; fuor di metafora è come se a Roma, quando crolla un pino, immediatamente anche tutti gli altri pini venissero eliminati, foro italico compreso”.
Abbattere platani sani è come uccidere preventivamente qualunque essere vivente per evitare che si ammali! Il Comitato si chiede come mai le Autorità, compresa la Soprintendenza, non abbiano impugnato una relazione tecnicamente debole e con vari errori… Insomma, “stanno abbattendo alberi sani – conclude il Comitato – per creare una rotonda a vantaggio esclusivo di un soggetto privato con conseguenze gravi e permanenti sul traffico pubblico e violando numerose normative regionali, nazionali e comunitarie anche sull’illuminazione”, specifica il Comitato che, come preannunciato, chiederà un risarcimento ai firmatari della delibera di Giunta e alla LIDL per ogni albero abbattuto
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