Durante il 42° Convegno dell’apicoltura pordenonese, tenutosi a Pordenone e focalizzato sui “Benefici dei prodotti dell’alveare e tutela dell’ambiente”, l’attenzione si è concentrata sulle recenti sfide che il settore apistico ha dovuto affrontare nel Friuli Venezia Giulia. L’evento, organizzato dall’associazione apicoltori pordenonesi e presieduto da Elia Infanti, ha offerto l’opportunità di riflettere sulle complessità ambientali e sulle strategie di adattamento necessarie.
L’assessore regionale alle risorse agroalimentari, Stefano Zannier, ha messo in luce la rilevanza dell’apicoltura per il territorio, sottolineando però come le condizioni climatiche avverse degli ultimi anni abbiano posto il settore di fronte a notevoli sfide. In particolare, si è discusso dell’impatto della pioggia intensa verificatasi nella primavera del 2023, che ha influenzato negativamente la fioritura dell’acacia, essenziale per la produzione di miele.
Il rifiuto della calamità naturale: una decisione controversa
L’assessore Zannier ha chiarito che, nonostante le avversità, la pioggia di una settimana non può essere considerata un evento eccezionale ai fini del riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’apicoltura. Questa posizione contrasta con la reazione dell’anno precedente, quando una grandinata aveva colpito più della metà della superficie agricola regionale, portando alla richiesta – ancora non riconosciuta a livello nazionale – dello stato di calamità.
La distinzione tra gli eventi climatici del 2023 e quelli degli anni precedenti, come il mese di pioggia del 2018 e la grave siccità del 2019, evidenzia la difficoltà di stabilire criteri univoci per la definizione di “eccezionalità” in relazione agli eventi atmosferici e ai loro effetti sull’agricoltura e sull’apicoltura.
La rappresentatività del settore e il dialogo istituzionale
Un punto chiave emerso durante il convegno riguarda la rappresentatività del settore apistico e l’importanza di un dialogo istituzionale efficace. Zannier ha sottolineato come solo attraverso una comunicazione costruttiva sia possibile identificare soluzioni condivise a beneficio dell’apicoltura, affrontando tematiche cruciali come la concentrazione della popolazione apistica e le sue implicazioni ambientali.
Questo convegno ha quindi rappresentato un momento significativo per il settore apistico del Friuli Venezia Giulia, mettendo in evidenza sia le vulnerabilità legate ai cambiamenti climatici sia la necessità di politiche e pratiche di sostegno più efficaci. L’obiettivo rimane quello di tutelare e promuovere l’apicoltura, una pratica agricola di fondamentale importanza per la biodiversità, la produzione alimentare e l’equilibrio degli ecosistemi.