UDINE. Nel primo giorno della ‘mattanza’ di alberi fatti a pezzi – si legge nella nota del Comitato “Salviamo viale Venezia” – alcuni cittadini residenti non sono potuti entrare nel controviale che si imbocca all’intersezione fra viale Venezia e via Firenze.
“Avevo un appuntamento medico – afferma la residente Clara Moro – e dovevo recuperare dalle carte rimaste a casa, ebbene, non sono riuscita ad arrivare a casa mia, sottolineo casa mia, ed è saltato l’appuntamento. Mi sono trovata davanti il triste spettacolo di alberi sani fatti a brandelli da immensi macchinari che sbarravano la strada”.
Pochi minuti dopo altri cittadini dovevano imboccare il controviale, chi per recuperare un familiare disabile come L. S. , chi per portare medicinali a domicilio e la spesa a degli anziani, ebbene bloccati anche loro. “Chi paga per questi danni? Com’è possibile trovarsi sbarrata la strada? Che giri dovremo fare per andare a casa nostra? Non tutti possono permettersi di camminare, forse questo il Comune non lo sa!”. La rabbia è tanta, e siamo solo agli inizi, visto che anche i commercianti perderanno incassi. Il Comitato si chiede “quali conseguenze ci saranno anche per i mezzi di soccorso. Se questa mattina avesse dovuto transitare un’ambulanza, ebbene si sarebbero persi minuti preziosi per salvare una vita. Tutto questo è inaccettabile e gravissimo: se dovesse succedere un evento infausto, sia sotto il profilo dell’emergenza salute sia della sicurezza pubblica, risponderà Michelini assieme a tutta la giunta?”.
Del resto, gli stessi carabinieri, che dovevano andare al Comando di viale Venezia, non sono potuti accedere tramite il controviale. Intanto, il Comitato chiede alle associazioni ambientaliste di battere un colpo.
Foto a cura di Patrick Mansutti