Si stanno affacciando anche sul nostro territorio le sedute psicologiche all’aperto: si chiama eco-psicologia, ovvero le modalità di colloquio fra paziente e terapeuta open air. Si tratta di una via aggiuntiva che lo psicologo può sperimentare accanto, o oltre, alla classica e tradizionale seduta in studio, soprattutto quando il clima estivo lo consente e se c’è l’interesse da parte dello specialista e del paziente.
Il setting di riferimento-base resterà sempre e soltanto, beninteso, il confronto in una stanza – precisa il Presidente dell’Ordine degli Psicologi del FVG, Roberto Calvani – ma anche eventuali colloqui outdoor potrebbero rappresentare un’opzione terapeutica che valorizzi il consueto e consolidato percorso in studio”.
PROTOCOLLO MADE IN FVG – Il Presidente Calvani annuncia la creazione di una Commissione per l’elaborazione di prossime Linee guida specifiche per l’alternativa volontaria di terapie outdoor che potranno in futuro integrare la psicoterapia tradizionale che resta e resterà ovviamente il gold standard. “Sappiamo che ci sono alcuni psicologi che, soprattutto con l’arrivo della bella stagione, propongono come formula aggiuntiva la terapia ambientale, immersa nella Natura, declinandola o in un giardino (pubblico o privato), o lungo un corso d’acqua, vicino agli alberi, oppure in qualche percorso di collina o montagna, in base anche alla vicinanza allo studio, al paesaggio in cui si è inseriti e alla personale predisposizione”, riferisce il Presidente Calvani. “Si tratta di colloqui in setting ambientali diversi nei quali si mantengono la stessa professionalità e il rispetto dei ruoli che caratterizzano i colloqui in studio. Nella Natura che diventa co-attore può capitare che certi pazienti riescano a sentirsi meno inibiti e meno irrigiditi.
ALTERNATIVA DA SPERIMENTARE – L’opzione delle terapie all’aperto possono contribuire, accanto alle terapie standard, ad aiutare a superare alcuni tipi di dolore psichico. Sono utili, come formula integrativa, a tutte le età, dai bambini agli anziani e per quelli con sintomi clinici, siano essi minori o gravi. Secondo le più recenti ricerche, il diretto contatto con la natura può offrire un ulteriore supporto per quanti soffrono di disturbi quali ansia o depressione, iperattività, disistima, apportando vantaggi a coloro che presentano problematiche relative in generale all’attenzione e la cognizione, la memoria, lo stress, il sonno, la stabilità emotiva, e il benessere auto-percepita o la qualità della vita. Del resto esistono alcune teorie secondo cui, richiamando la biofilia, non si può trascorrere una vita sana e completa lontano dalla natura.
PSICOLOGO E CO-PSICOLOGO – Stando ai primi risultati raccolti fra gli esperti del nostro territorio che hanno condotto e stanno conducendo terapie psicologiche all’aperto, la Natura è capace di offrire un punto di vista diverso sui nostri limiti e ci permette di attingere a risorse personali prima ignorate, rafforzare il senso di presenza e consapevolezza, e di attivare una più profonda introspezione. La Natura diventa insomma una sorta di co-psicologa ed entra in gioco in maniera determinante come terza protagonista nell’interazione fra paziente e specialista.
PSICOLOGIA IN CAMMINO – Appare fondamentale quindi fornire ai professionisti delle Linee guida condivise cui affidarsi per garantire l’applicazione di un Protocollo scientifico e che permettano alla categoria di sfruttare le notevoli potenzialità, spesso ancora inesplorate, di questa nuova tecnica. Nella consapevolezza che il Professionista è l’unico in grado di poter scegliere, per ogni singolo caso, quale sia l’ambiente migliore per poter supportare il proprio paziente. Sempre al passo coi tempi, la moderna Psicologia non è mai immobile, ma pronta a modellarsi e migliorarsi, per raggiungere l’obiettivo unico che è il benessere del paziente e, di conseguenza, della comunità in cui vive.