BOLZANO – Una valanga ha travolto, venerdì 30 maggio, l’alpinista Fabio Trevisan, 28 anni, di Laives, mentre era impegnato in una scalata lungo il canalone est del Gran Zebrù, vetta del gruppo dell’Ortles (3.857 metri). Il giovane è stato trascinato per circa 300 metri dalla slavina e il suo corpo è stato recuperato nella mattinata di oggi dopo lunghe ricerche da parte delle squadre di soccorso.
Dinamica dell’incidente e prime ricerche
L’allarme è stato lanciato alle 11.30 di venerdì da un compagno di cordata, rimasto illeso ma scosso, che ha riferito di essere stato sfiorato dalla slavina che, invece aveva travolto Trevisan. Sul luogo sono intervenuti rapidamente gli elicotteri e le squadre da terra del Soccorso alpino e della Guardia di Finanza, che hanno condotto ricerche complesse e rischiose a causa dell’elevato pericolo valanghe. Il casco dell’alpinista è stato ritrovato poche ore dopo l’incidente, senza però rintracciare immediatamente il disperso.
Ritrovamento e intervento delle unità specializzate
Le operazioni di ricerca, sospese al tramonto di ieri, sono riprese all’alba di oggi con il supporto di unità cinofile provenienti dalle stazioni di Brunico e Passo Rolle, oltre all’elicottero della Guardia di Finanza e ai militari del Soccorso alpino di Silandro. Il corpo di Trevisan è stato individuato sepolto sotto la neve, confermando l’esito tragico dell’incidente.