Gianluca Altavilla, segretario provinciale del Nursind, solleva una questione critica riguardante l’elevato tempo di attesa che i pazienti devono sopportare negli ambulatori chemioterapici, in particolare nelle strutture di Pordenone e San Vito al Tagliamento. Secondo Altavilla, non è raro che un paziente debba attendere fino a sette ore tra la visita preliminare e l’inizio effettivo della somministrazione del trattamento. Questo scenario contribuisce significativamente all’aumento dello stress tra il personale e influisce negativamente sulla qualità del servizio assistenziale offerto.
Effetti della pandemia e l’appello alla riorganizzazione
Il contesto attuale è aggravato dalla recente sospensione dell’ambulatorio di Pordenone dovuta all’emergenza Covid-19. Tale situazione ha causato un incremento nel carico di lavoro del personale sanitario e un allungamento dei tempi di attesa, con una media di 70 pazienti trattati al giorno e picchi che raggiungono le 89 unità. Si sottolinea inoltre la complessità degli schemi terapeutici e i ritardi nella consegna dei farmaci, che possono estendersi fino a due ore, incrementando ulteriormente il disagio del personale e dei pazienti.
Potenziali soluzioni e misure urgenti richieste
Nonostante la direzione sanitaria sia consapevole dei problemi, pare che non siano state adottate misure efficaci per migliorare la situazione, che perdura ormai dal 2021. Altavilla critica la mancata utilizzazione delle nuove direttive regionali che permetterebbero trattamenti in regime di day hospital, migliorando così la qualità dell’assistenza. L’urgenza di rivisitare la programmazione delle agende e l’organizzazione del personale è palpabile, e il Nursind chiede un’azione immediata per evitare ulteriori deterioramenti.
Le proposte del Nursind per una svolta imminente
Il sindacato propone di limitare il numero di prestazioni giornaliere a 60, per garantire tempi di attesa ridotti e un servizio più efficiente. Si suggerisce di aumentare il numero di trattamenti disponibili a Pordenone e di migliorare l’accessibilità per chi proviene da fuori regione. Inoltre, si fa appello a una revisione complessiva degli schemi terapeutici e dei tempi di somministrazione, con l’obiettivo di ottimizzare i flussi di lavoro e la qualità dell’assistenza.