MESTRE (VENEZIA) – Ieri 5 marzo 2025 è stato ufficialmente approvato il nuovo Piano strategico regionale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2024-2026. La Regione Veneto ha confermato che la Giunta ha dato il via libera.
Un passo avanti importante, secondo Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto, che sottolinea il valore della concertazione tra istituzioni e parti sociali: «Si tratta di una notizia positiva, anche se arriva con ritardo rispetto alle tempistiche inizialmente previste. Quando si parla di sicurezza sul lavoro, ogni giorno perso può fare la differenza. Ora è fondamentale accelerare la realizzazione delle misure previste».
Obiettivi e misure del piano regionale
Il Piano strategico introduce una serie di interventi mirati per rafforzare la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, tra cui:
- Assunzione di nuovo personale nei Servizi di prevenzione (Spisal), con un aumento del 10% rispetto al 2023.
- Utilizzo dei fondi derivanti dalle sanzioni per sostenere le attività di prevenzione, con una somma già disponibile di oltre 16 milioni di euro.
- Monitoraggio più approfondito degli infortuni, con un report mensile che includerà anche gli eventi con esito grave.
- Analisi periodica dei dati Inail per garantire un confronto aggiornato e trasparente.
Inoltre, tra le richieste dei sindacati, vi è un’attenzione crescente su temi emergenti come il rischio termico e l’esposizione agli agenti atmosferici, per cui si auspica un protocollo regionale, e una maggiore sorveglianza sanitaria sui PFAS.
Per quanto riguarda l’amianto, si sollecita un impegno più incisivo sul monitoraggio e sull’analisi dei rischi ambientali, con particolare attenzione ai siti a rischio e alle discariche abusive.
Infine, è ritenuta urgente l’attivazione di una campagna regionale di sensibilizzazione sulla sicurezza, per la quale si attende ancora la convocazione del gruppo di lavoro dedicato.
Il trend degli infortuni in Veneto: segnali positivi, ma serve prudenza
L’approvazione del Piano arriva in un contesto in cui i dati sugli infortuni in Veneto mostrano una stabilità generale, con alcuni segnali di miglioramento nel 2024.
Gli infortuni denunciati sono stati 70.186, con un aumento dell’1,3% rispetto al 2023, dovuto in gran parte all’ampliamento della copertura Inail agli studenti di scuole pubbliche e private. L’incidenza degli infortuni rispetto agli occupati è leggermente calata, passando dal 3,15% al 3,13%.
Un dato particolarmente significativo riguarda la diminuzione degli infortuni mortali, scesi da 101 casi nel 2023 a 79 nel 2024, con un calo del 21,8%. Questo trend positivo è in netta controtendenza rispetto al dato nazionale, che segna invece un aumento del 4,7%.
Tuttavia, le malattie professionali sono in crescita, passando da 4.633 nel 2023 a 5.510 nel 2024 (+18,9%). Secondo l’analisi della Fondazione Corazzin, centro studi di Cisl Veneto, questo incremento potrebbe indicare una maggiore consapevolezza e capacità di diagnosi del fenomeno.
«Non abbassiamo la guardia»
Pur accogliendo con favore i risultati ottenuti, Massimiliano Paglini invita a non considerare raggiunto l’obiettivo: «Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. La formazione e la prevenzione devono restare le priorità».
Tra le prossime sfide indicate da Cisl Veneto vi è la necessità di rafforzare l’utilizzo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nei cantieri, garantendo però il rispetto della privacy e delle normative sui controlli a distanza. Inoltre, si chiede un ulteriore potenziamento dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e l’adozione di strumenti innovativi per migliorare la sicurezza dei lavoratori.