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La tradizione dello Champagne alla sfida del cambiamento climatico

La redazione
Ultimo aggiornamento 3 Settembre 2024 21:30
La redazione
9 mesi fa
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Icona di stile e celebrato da secoli per il suo sapore eccezionale, lo Champagne è stato e continuerà ad essere il vino più famoso e desiderato al mondo, ed oggi le case produttrici si stanno adattando alle sfide del cambiamento climatico.

La regione dello Champagne, nel Nord della Francia, è una zona relativamente fredda e poco soleggiata, ciononostante la vite viene coltivata da queste parti da oltre due millenni e per secoli il grande vantaggio dei produttori di vino locali era quello di essere vicini al grande mercato di consumo del paese: la città di Parigi. Fino al XVII secolo i vini prodotti qui erano molto acidi e senza molto corpo, ma il loro carattere veniva domato dalla conservazione in botti di rovere. Finché un giorno accadde qualcosa che cambiò la storia: presso l’Abbazia di Hautvillers, il monaco studioso Dom Pierre Perignon, che aveva già una vasta esperienza nel campo della viticoltura, inventò lo Champagne in un modo più o meno casuale.

In realtà non si trattò tanto di una coincidenza, ma del frutto della sperimentazione ed esperienza di Dom Perignon, che osservò attentamente come ai vini rimasti in cantina succedeva qualcosa di strano: con l’arrivo della primavera e l’innalzamento delle temperature, i lieviti “addormentati” dentro le bottiglie a causa del freddo invernale riprendevano il loro lavoro di generare anidride carbonica e così alcune bottiglie cominciavano ad esplodere. Fu da quell’evento che Dom Perignon perfezionò quel vino, introducendo il tappo di sughero per preservare quelle inspiegabili bollicine. “Sto bevendo stelle”, fu la sua frase immortalata nei libri di storia. Un’altra delle grandi pietre miliari nella storia dello Champagne fu quando la vedova di Clicquot, responsabile dell’omonima cantina e stanca della torbidità nei suoi vini, creò gli Champagne Blanc de Blancs e la sboccatura o degorgement per poter estrarre tutte le fecce rimaste nella bottiglia e poter gustare una bevanda cristallina e brillante.

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I re europei adottarono questo vino per le loro celebrazioni e pasti importanti e dopo quasi quattro secoli, lo Champagne resta il vino più famoso al mondo e il più scelto al momento del brindisi. È estremamente popolare presso enoteche e grande distribuzione, anche se spesso le migliori offerte possono essere scovate online, in particolare grazie al motore di ricerca Trovino che offre la possibilità di mettere a confronto i prezzi di centinaia di etichette dei più rinomati produttori di Francia.

Il mitico Champagne viene elaborato con le uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier coltivate in una superficie totale di circa 30mila ettari. Anche se oggi il Prosecco italiano è lo spumante più prodotto al mondo e il Cava spagnolo lo segue da vicino, lo Champagne rimane sempre il vino con le bollicine che gode di maggior prestigio e fascino. Un vino Champagne è da sempre sinonimo di qualità, festeggiamenti e lusso, ma oggi i principali sforzi delle maison sono volti alla cura dell’ambiente. Così, grandi marchi come Ruinart, il più tradizionale di tutti, sta investendo ingenti risorse nella gestione rigenerativa dei suoi vigneti per far fronte ai cambiamenti climatici. La temperatura media nella regione sta aumentando in maniera inesorabile negli ultimi anni, il che implicherà non solo un cambiamento nelle fasi di maturazione delle uve, e quindi nello stile dei vini, ma possibilmente anche una modifica dei limiti geografici della regione, minacciando così il prestigio degli appezzamenti Grand Cru, ovvero i migliori vigneti dove nascono le uve di maggiore qualità che nutrono le etichette più costose.

Attraverso la gestione biologica, che prevede di abolire l’utilizzo di prodotti chimici in vigna e di focalizzarsi su interventi di rinverdimento tra i filari come la piantumazione di alberi in mezzo ai vigneti, è possibile recuperare il microambiente, costituito dalla flora e fauna locale, che comprende anche gli insetti. Si ritorna così alla gestione agroecologica dei vigneti come avveniva secoli fa, quando la vigna condivideva lo spazio con altre colture e gli animali vagavano contribuendo alla fertilità del terreno. Oggi queste pratiche viticole stanno dimostrando essere efficaci, dato che le piante diventano più resistenti e si adattano meglio agli sbalzi termici. Il ruolo del vignaiolo sta diventando più di osservazione, interferendo il meno possibile con lo sviluppo naturale del vino.

Tra i consumatori, oltre ai già citati Dom Perignon e Ruinart, continua ad essere molto in voga lo Champagne Krug, preferito dai palati più esigenti, mentre altri Champagne rinomati e dai nomi familiari sono Taittinger, Moet & Chandon e Bollinger, il preferito di James Bond. Sebbene ogni maison abbia una forte identità propria, tutte hanno in comune una storia di oltre 200 anni e condividono il rispetto per il terroir e l’impegno inalterabile per la massima qualità.

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