Il governatore del Veneto Luca Zaia torna in diretta alle ore 12:30 di oggi mercoledì 3 marzo 2021 per fare il punto sulla situazione legata al contagio da coronavirus e per eventuali previsioni circa la zona arancione e la chiusura delle scuole.
«È innegabile che ci sia da qualche giorno un aumento e che siamo circondati. Le notizie che arrivano ci portano grande preoccupazione che ci porta ad avere ancora la tuta mimetica: siamo ancora in trincea. Il futuro prossimo ci può riservare solo salite e non discese. Abbiamo dei parametri che ci fanno pensare che siamo a rischio di passaggio all’arancione venerdì. Aspettiamo le valutazioni. È un grosso guaio»
«SIAMO MOLTO PREOCCUPATI»
«Siamo molto preoccupati, non moderatamente preoccupati. Ieri nel vertice Stato-Regioni, ho sentito che i colleghi hanno raccontato cose inquietanti e per tutti vale la stessa cosa: da un momento all’altro arriva il disastro, come un terremoto. Noi speriamo di aver già dato con il nostro novembre-dicembre, anticiclico in solitaria. E non vorremmo ripassarci. In quel momento sembrava che il Veneto avesse dimenticato le buone preoccupati, ma era il virus che era cambiato, abbiamo avuto la sfortuna di essere da soli»
SCUOLE
«Ci sono focolai scolastici, mi dispiace dire ancora una volta che avevo ragione. Non sono un bullo che vuole chiudere le scuole, non è un mio divertimento personale. Chi protesta per la chiusura delle scuole ha ragione da vendere, ma noi davanti alla pandemia dobbiamo essere obiettivi. Se è vero che il Dpcm sulle scuole qualcosa ha scritto, è altrettanto vero che si riconosce che la scuola è uno dei nodi nevralgici della pandemia. Ma l’ho detto anche ai ministri, se chiudi le scuole in zona rossa vuol dire che chiudi la stalla quando i buoi sono scappati perché tu hai già la sanità e gli ospedali che boccheggiano. Se volete la mia opinione, io per le scuole avrei fatto un fermo preventivo in tutta Italia»
INCIDENZA COMUNALE
«Tra i parametri per la chiusura delle scuole c’è quello dei 250 casi su 100mila abitanti. Abbiamo quindi avviato un monitoraggio dell’incidenza anche a livello comunale, per capire le zone più a rischio. Ad esempio sappiamo che ora a Padova c’è l’incidenza più alta, 198 su 100mila abitanti. In questo modo magari possiamo essere più “chirurgici”»