Dopo una giornata sul filo della tensione con il governo e il Garante per gli scioperi, arriva la precisazione che è anche decisione.
“Non ci sarà nessuno sciopero dei benzinai”, annuncia Alessandro Zavalloni, segretario della Fegica-Cisl.
Niente lucchetti alle pompe di benzina, dunque.
Zavalloni spiega che in realtà i sindacati volevano lanciare un grido di dolore, perché inascoltati dal governo e dai concessionari autostradali.
Si sono definiti “invisibili”. Loro, i 100mila lavoratori del settore che denunciano di non essere più nelle condizioni di assicurare il servizio di rifornimento perché il livello sanitario nelle stazioni di servizio non è adeguato.
Mancano mascherine e guanti. E con le restrizioni sulla circolazione, quasi nessuno fa più benzina. Però la benzina va pagata sul posto a chi la porta alle pompe e questi soldi mancano
Il punto di non ritorno monta al mattino di ieri 24 marzo, quando nonostante le sollecitazioni al governo dei giorni scorsi, le tre sigle sindacali del comparto – Faib, Fegica e Figisc/Anisa – si ritrovano con il cerino in mano.
“Non potevamo più tacere, i benzinai non sono un semaforo in mezzo alla strada, ma gente che ha famiglia a casa”, dice ancora il segretario di Fegica-Cisl, che ha promosso l’iniziativa insieme ai colleghi degli altri due sindacati. Parte la comunicazione a mezzo stampa.
Dopo mezz’ora arrivano le telefonate dal ministero dello Sviluppo economico. Il titolare del dicastero, Stefano Patuanelli, lavorerà tutto il giorno per cercare di arrivare a una mediazione sul fronte delle richieste economiche: in serata la risoluzione.
La ministra dei Trasporti Paola De Micheli farà altrettanto riportando la “pace”. Insomma lo sciopero non ci sarà.